Dio è la vita del mondo, è la sua sorte:
l’universo in lui trova compimento.
In Dio è il senso più autentico, più forte
dell’essere qui e ora, ogni momento.
La vita non si annulla nella morte,
altrimenti ogni cosa è un vano evento.
In Dio è la vita che apre le sue porte
oltre la croce al cuore che ha redento.
È al di là del presente che la storia
raggiungerà la propria perfezione
nell’eterno Mistero della gloria.
In noi vive Gesù: nella sua azione
salvifica è la gioia, è la memoria
in eterno di tutte le persone.
Casalecchio di Reno (Bologna), 10 novembre 2019
Casalecchio di Reno (Bologna), 10 novembre 2019
In un’epoca in cui si vive il presente senza
consapevolezza del passato e senza speranza nel futuro, la domanda dei Sadducei
è quanto mai attuale, al di là ovviamente dell’insidia che vogliono tendere a
Gesù, sempre ammesso che quella questione non fosse oggetto di discussione
reale tra di loro. I Sadducei pongono una domanda radicale, ossia chiedono che
cosa ci sia dopo la morte. I nostri sensi e la nostra ragione non sono in grado
di dare una risposta convincente e consolante, se non il nulla, la fine di tutto.
Oggi è ancora così, oggi che si vive in una pretesa d’eternità immanente, salvo
temere la morte nel tentativo di cancellarla in ogni modo assieme alla
sofferenza e al sofferente. Ma Gesù ricorda di essere il Dio dei viventi,
secondo la rivelazione sull’Oreb a Mosè. Dal roveto ardente la voce del Signore
afferma: «Io sono il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe». I Patriarchi vivono
in lui e per lui. Gesù dimostra nei fatti, non solo con le parole, di essere la
vita del mondo, attraversando da vincitore la morte per risorgere alla vita
nuova, alla vita vera. Ecco perché già qui inizia il regno di Dio, perché la
vita di chi segue il Risorto è già vita vera, vita nuova, che troverà il suo
compimento dopo il passaggio dalla morte corporale all’eternità spirituale. Del
resto, quando diciamo che Dio è creatore non diciamo che Dio «ha creato», ma
che «crea» adesso e per sempre. Come dice anche il Salmo, «togli loro la vita,
muoiono», perché il Signore è la vita e la creazione continua del mondo: se
smettesse anche solo per un attimo di creare, l’universo intero non esisterebbe
più. In tale prospettiva, l’ansia di conoscenza dei Sadducei è soddisfatta: se
non ci fidiamo e affidiamo alla rivelazione di Gesù, non abbiamo già qui la
vita vera. Ecco da dove nasce la disperazione del mondo contemporaneo: vive
nella paura della morte, non muore nella speranza della vita. Ma Gesù è più
grande di ogni timore e salva chi si rifugia in lui. Questa è la nostra fede e
ci gloriamo di professarla nel nome del Risorto che altro non è se non il
Vivente.
Copyright testi (C) Federico Cinti 2019
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