Il Regno è come un re che offre un banchetto
per le nozze del figlio: fa invitare
ogni suddito. Tutto è già perfetto,
ma nessuno ci va. Hanno da fare
chissà che altro. Quel re resta interdetto.
Manda ancora i suoi servi a radunare
i poveri ai crocicchi: è ben accetto
chiunque. La sala è piena. Nel passare
trova uno senza l’abito nuziale.
Lo fa cacciare fuori tra i lamenti,
anche se a nulla serve, a nulla vale:
là sarà pianto e stridore di denti.
Molti sono i chiamati, in modo uguale,
pochi gli eletti, tutti si è redenti.
Casalecchio di Reno (Bologna), 11 ottobre 2020
Un’altra parabola del
Regno: un re, un banchetto nuziale per onorare il figlio che si sposa. Ma di
chi è il diletto il figlio del re? L’umanità stessa diventa sua consorte
proprio grazie a quella festa grande. I servi del re sono inviati a chiamare
tutti i sudditi della città degli uomini, ma quelli declinano l’invito, perché
hanno altro da fare. È così per il mondo, alle volte è così per la Chiesa,
spesso è così per noi che non siamo in grado di cogliere la bontà degli inviti
del Signore. Eppure lo conosciamo da sempre, perché ci ha visitati fin dal
giorno del battesimo. Il re conosce bene il cuore umano: sa che non sempre è
disposto ad aprirsi alla sua pazienza. Ma viene il giorno in cui le nozze si
devono celebrare e chi non partecipa al banchetto rimane fuori, escluso, perché
si è escluso da solo. Altri prenderanno il suo posto, trovati lungo le vie e ai
crocicchi delle strade. Sono gli ultimi, quelli di cui si sarebbero dovuti
occupare i primi invitati. La città degli uomini è spesso ingiusta, ma la città
di Dio accoglie tutti a braccia aperte. Ognuno corre a quelle nozze e indossa
la veste delle grandi occasioni, quella che gli è stata data all’ingresso. Il
tempo si è fatto breve: vi è un’urgenza nella nostra vita. La festa non deve
iniziare senza di noi. Essere pronti a quest’incontro è fondamentale per la
nostra esistenza e per quella di chi ci ama. Anche Dio aspetta questo giorno
con grande misericordia. Nessuno deve essere trovato senza veste nuziale,
perché altrimenti verrebbe cacciato fuori, là dove è pianto e stridore di
denti, come al tale che il re incontra senza abito. C’è ancora tempo per non
rifiutare l’invito del Signore del Regno: la nostra veste è pronta per
quell’occasione. Dobbiamo lasciare tutti i nostri impegni, tutti i nostri
affari, perché nulla è più importante di quel banchetto. È così anche nella
nostra vita: davanti a Dio nulla vale. Quel re è buono e giusto: ama ugualmente
i buoni e i cattivi. È come il buon pastore, pronto a lasciare il gregge che
conduce per pascoli erbosi, per cercare quelle che si sono smarrite o sono più
recalcitranti. Il Regno di Dio è già preparato per noi: anche noi dobbiamo
essere preparati a parteciparvi con il cuore immacolato.
Copyright testi (C) Federico Cinti 2020
Immagine tratta dal web
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