per primo a farti amare nel mistero
Gesù Cristo nel prossimo incontrato
lungo il sentiero,
è l’amore di chi si vuole bene
nella salda unità di mente e cuore
che lega, senza vincoli o catene,
stretti al Signore,
a farti, Valentino, pio patrono
dei fidanzati, degli innamorati
che, incontratisi un giorno, non si sono
mai più lasciati,
come successe ai giovani Sabino
e Serapia che tu, con sommo zelo,
unisti assieme in terra, Valentino,
e quindi in cielo,
e per l’amore che ti ha reso santo
davanti a Dio, cui noi rendiamo lode,
ti preghiamo di starci sempre accanto
quale custode.
Casalecchio di Reno (Bologna), 14 febbraio 2019
Alla devozione di san Valentino (176-273) è legata
la festa degli innamorati, di coloro che si amano dell’amore del Signore, che è
immagine d’unione tra Dio e la Chiesa. Valentino era vescovo di Terni e guidava
il suo gregge con ferma mitezza ed è questo il motivo per cui, già in vita, era
venerato come uomo di Dio. Proprio la sua generosa carità lo rese inviso al
potere imperiale, che lo perseguitò con pervicace ostinazione. Fattolo
arrestare, i soldati lo picchiarono e insultarono prima di condurlo davanti al prefetto
per l’iniquo processo. Durante l’interrogatorio il santo vescovo ammise di aver
predicato il nome di Gesù presso i romani e di averne convertiti molti alla
vera fede, benché i decreti imperiali lo impedissero, perché valeva di più la
legge di Dio che quella degli uomini. Avrebbe potuto avere salva la vita, se
avesse sacrificato agli dei abiurando, in tal modo, alla sua fede; ma rimase
fermo e incrollabile, anche quando fu fatto flagellare. Era sopravvissuto
grazie al sostegno del Signore ed era stato ricondotto davanti al prefetto, che
tuttavia ne ordinò la decapitazione. Il suo corpo fu seppellito a Terni al
LXIIII miglio della via Flaminia dai discepoli Proculo, Efebo e Apollonio, da
lui convertiti assieme all’oratore Cratone che lo aveva chiamato a Roma per
guarire suo figlio malato da diversi anni. Il patronato degli innamorati è
legato alla leggenda che vuole Valentino quale difensore dell’amore di due
giovani, il centurione romano Sabino e Serapia, ragazza cristiana. I due si
erano innamorati e avrebbero voluto sposarsi, ma la famiglia di lei s’opponeva
decisamente, perché lui era pagano. Per amore di Serapia, quindi, Sabino
accettò di farsi battezzare, ma la loro unione si interruppe bruscamente a
causa dell’improvvisa malattia di Serapia, una forma molto acuta di tisi.
Allora Sabino chiese a Valentino di essere battezzato al più presto, perché
potessero sposarsi, e così avvenne che i due s’unirono in matrimonio sul
capezzale di lei. nel momento stesso in cui i due furono uniti, un sonno
beatificante li avvolse per l’eternità nel Signore.
Copyright testi(C) Federico Cinti 2019
Immagine: https://www.santodelgiorno.it/san-valentino/
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