Federico, mi sa che non sei pronto.
Eppure, tutti gli anni fa ritorno
Di nuovo, alba sfiorita nel tramonto
E via di nuovo poi. Festa dintorno,
Rara felicità, breve racconto
Insolito. S’allevia in me lo scorno,
Così, del tempo. Supero l’affronto
Opaco. Inizia l’anno per davvero,
Credo. Non so, resto perplesso.
Io ne avrei fatto a meno. Quello che ero
Non sono più, non sarò più lo stesso.
Tutto rapido scivola. È un sentiero
Ininterrotto. Anch’io lo seguo, adesso.
Casalecchio di Reno (Bologna), 16 gennaio 2020
Un altro Federico avrebbe parlato del ciclico
ritorno, della porta carraia o altre lepidezze per letterati dalla caratura
filosofica. Compiere gli anni, almeno una volta all’anno, non è poi così
atroce. Certo, viene meglio festeggiare gli altri che fermarsi a pensare ai
casi propri, ritornare per un attimo in sé e pensare che quanto accade di
solito alle persone che si conoscono può capitare anche a noi. L’alternativa,
comunque, non sarebbe poi troppo allettante; perciò, meglio oltrepassare la
soglia, meglio salire il prossimo gradino in quell’eterna scala di numeri che
vanno all’infinito. Potrei sfoderare il funestus
veternus, ma non sarebbe così per tutti? Il senso vero è capire presto che
restare inamovibili non solo è impossibile, ma soprattutto fallace: solo gli
stupidi non cambiano mai idea. Il poeta cantò: «Non son chi fui», e io
aggiungo: «Ma meno male, caro». Se guardiamo in faccia alla realtà, a parte i
danni che costantemente causiamo, volgersi indietro è proprio un delitto. I
ricordi sono fatti per essere attualizzati o rivissuti; altrimenti, tutto è rigor
mortis. E Dio ce ne scampi! Festeggiamo, ecco tutto, festeggiamo anche noi.
Mi scrivo due versi, acrosticati o no non importa, e così anch’io posso dire di
aver rallegrato un altro amico. Oggi è il mio compleanno, oggi è il mio giorno:
si è compiuto un altro anno senza scorno.
Copyright immagine e testi (C) Federico Cinti 2020
Federico per me sei un grande. Augurissimi
RispondiEliminaMah, chissà: io mi sento così normale... però, a rileggermi, mi sento ancora così, sei mesi dopo. chissà davvero... grazie di cuore, comunque!
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