E il tempo si fermò. Era domenica,
come oggi. Un sole pallido di fine
inverno su quel nostro cupo strazio.
Ci lasciasti così. C’era un sorriso
sereno sul tuo volto. Tra le lacrime
sembrava che dormissi. In casa tua
è tutto uguale ancora. Avevi in animo
grandi progetti. Qualche cosa abbiamo
fatto in tuo nome. Sai che la memoria
non si cancella mai. Ti sento a volte
per le scale salire in fretta. Un attimo
di gioia e di sconforto. Avrei bisogno
di parlarti, di chiederti, di ridere
con te davanti a un film o a una battuta.
Eppure vivi, vivi ancora. Un palpito
dalla stanza vicina, un sussurrare
qualcosa. Tu sei qui, il tuo posto è libero,
papà. Noi t’aspettiamo, come allora,
dacché ci hai preceduto oltre la soglia
e vegli su di noi giorno per giorno.
Casalecchio di Reno (Bologna), 15 marzo 2020
Copyright testi (C) Federico Cinti 2020
Immagine tratta dal web
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