Tenebre e luce: il cieco che non vede
dalla nascita incontra il Salvatore.
Tutto in lui muta: subito in lui crede.
L’anima si spalanca a quel bagliore
inaspettato. Candida la fede
lo lava da ogni macchia: dentro il cuore
la gioia. Dio può tutto, Dio provvede
a chi s’affida a lui. Nello stupore
testimonia che Cristo lo ha salvato.
Chi dice di vedere lo condanna
senz’accorgersi d’essere in peccato.
Il cieco è nella luce: non lo affanna
più nulla: ogni timore è superato
ora assieme a Gesù cui canta osanna.
Casalecchio di Reno (Bologna), 22 marzo 2020
Nell’opposizione tra luce e tenebra si gioca la salvezza
del mondo. come diciamo per la nascita che si viene alla luce, così incontrare
Gesù significa trovare la luce vera, come si afferma in modo deciso nel prologo
di Giovanni, perché Gesù è la luce vera. Nell’episodio del cieco nato si attua
la redenzione di chi passa da uno stato di oscurità e di smarrimento alla luce
e alla verità. Anche la luce scende come a cascate, zampilla come acqua pura,
quell’acqua da cui riemerge il cieco dopo essersi lavato nella piscina di
Siloe. Anche questo è un racconto che s’inserisce nella prospettiva
battesimale, come quello tra Cristo e la Samaritana al pozzo di Sicar. Nulla
resta come prima: la luce toglie ogni ambiguità, ogni timore, ogni freddezza al
cuore. Non occorre che la fede per intraprendere ogni giorno la via verso la
luce, perché ogni giorno ricomincia nella luce nuova dell’alba. Nel ciclo che
alterna il giorno alla notte si ha l’immagine dell’esistenza umana che ha
bisogno di rinnovarsi in Gesù ogni volta per vivere in pienezza ciò per cui è
stata creata e pensata fin dalle origini del tempo e della storia. Chi è nella
luce non ha nulla da nascondere, ma vive per la luce stessa, che è anche
calore. La luce vera è venuta nel mondo per salvare il mondo, anche se molti
non hanno la speranza di tale salvezza, forse perché non sempre la luce è
testimoniata a dovere. Ma Gesù non abbandona mai: sta accanto a ognuno di noi e
alla chiesa, che è suo corpo mistico, per garantire l’eternità della sua azione
di grazia. Occorre non temere di essere luce pure noi davanti a chi non accetta
la verità, come i farisei che accusano il cieco nato tornato alla luce vera. Ma
chi ci separerà dall’amore di Gesù? La spada, la tribolazione, la morte? Siamo
fatti di luce, ormai, e in questa luce non possiamo che procedere secondo
quello che ci è stato consegnato come il tesoro più prezioso, l’affidamento al
Redentore e alla sua santa Madre, tabernacolo di splendore e di vita.
Copyright testi (C) Federico Cinti 2020
Immagine tratta dal web
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