Cinque pani e due pesci, compassione
del Signore per chi gli si è affidato:
su di essi dà la sua benedizione
d’amore e chiunque in lui viene saziato.
Gli Apostoli, inviati alle persone,
portano il cibo appena consacrato
dal Maestro, dal Cristo: ogni sua azione
è segno di Colui che l’ha mandato.
Pane vivo, bevanda che disseta,
sazietà sulla via, volto del Regno
che è vita piena, è carità concreta:
Gesù si è fatto uomo, vero pegno
della felicità che si fa lieta
concordia, verità, solo sostegno.
Casalecchio di Reno (Bologna), 2 agosto 2020
Sul fare della sera, quando
tutto sembra volgere al termine, nell’ora in cui si torna a casa, Gesù ha
compassione della folla affaticata e sitibonda che lo ha seguito e ascoltato.
Sa bene di che cosa necessitino, anche se le persone avvertono bisogni materiali,
fame, sete, stanchezza. Gesù è con loro, non li abbandona nemmeno nell’istante
in cui gli Apostoli gli chiedono di congedarli. Il Signore ne ha compassione,
prova i loro stessi sentimenti, le loro angustie, le loro necessità. Non può
lasciarli al loro destino, lui che ha lasciato tutto per farsi come loro, che
li ha cercati come il mercante la pietra preziosa nel campo. Dice ai suoi di
dar loro da mangiare. Richiesta che pare impossibile, visto che hanno
recuperato solo cinque pani e due pesciolini. Forse non sarebbe bastato nemmeno
alla loro piccola cena. Occorre affidarsi al padrone della vigna, per cui nulla
è impossibile. Nel raccoglimento, senza gesti mirabolanti, Gesù alza gli occhi
al cielo, a Dio Padre, in una dimensione verticale, perché ogni cosa viene
dall’alto, e dà la sua benedizione, segno evidente dell’eucarestia che avrebbe
istituito nell’ultima cena. Gesù e il Padre sono una cosa sola. Il compito di
distribuire quel cibo materiale, che è anche spirituale nei bisogni del
prossimo, spetta alla Chiesa, agli Apostoli che prima non avevano faticato a
fidarsi di Gesù. Tutti allora siamo compartecipi del disegno di salvezza del
Redentore. La Parola si trasforma in Pane, condivisione di quel poco che serve
a generare il Regno in terra, per cui uno vale cento oltre alla vita eterna.
Questa è la promessa. In questa moltiplicazione più si divide e più il pane
aumenta. Non c’è egoismo in quest’azione di grazia. Il compito della Chiesa è
rendere possibile ogni volta la moltiplicazione del pane spirituale e del pane
materiale: la vita si salva insieme oppure ognuno perde la propria. Senza Gesù
la Chiesa non esiste. Non occorrono gesti eclatanti: nel nascondimento del
proprio essere ognuno di noi può operare per la grandezza del Signore, che ci
dà il pane quotidiano, come ci ha insegnato a recitare. Il Signore è con noi
anche sul fare della sera, quando tutto sembra perduto, quando la stanchezza e
la delusione sembrano avere il
sopravvento. Ebbene, diamo noi stessi da mangiare: questo è il precetto divino.
Copyright testi (C) Federico Cinti 2020
Immagine tratta dal web
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