Dalla finestra aperta lontane s’inseguono
voci:
ascolto, nell’ombra, un sussurro
ignoto. Si perde nel vento il frusciare
sommesso
degli alberi, un’eco che passa.
Il giallo del sole si specchia sul mio
pavimento
e scalda la stanza. Respiro
un po’ di sereno tra il terso cristallo
dell’aria
che abbraccia ogni cosa dintorno.
È maggio che brilla d’odori nei prati, ai
balconi
di case rinate. M’affaccio
a un giorno di luce, di vita tornata nel
cuore
e in questo prodigio rivivo.
Casalecchio di Reno (Bologna), 2 maggio 2019
Veramente
strana la sensazione che si respira, oggi, con la finestra aperta: maggio
prorompe nel suo splendore. L’aria tersa lascia trapassare una luce intensa,
come attraverso un cristallo purissimo, nel giallo del sole come nei disegni
dei bambini. Un profumo verde riempie i prati fioriti circostanti d’erba
tagliata, fragranza che s’effonde tra le case e tra le vie ripopolate di vita.
Il tepore è un abbraccio caldo che dà linfa alla dolcezza che quasi si era
perduta nel grigio dei giorni passati. E viene voglia d’uscire, di tuffarsi nel
vento che a tratti è ancora fresco, all’ombra dei cortili e delle siepi. Ogni
anno è un miracolo che si ripresenta e che stupisce, quasi fosse la prima volta
che lo si vive, che lo si vede. Ed è giusto così, come nei versi dei poeti in
cui il ciclo delle stagioni è fissato nell’immortalità d’una parola senza
tempo, come il «maggio odoroso» di leopardiana memoria che si respira ancora
dai «veroni del paterno ostello». La poesia si colora di vita e regala
emozioni, oggi che tutto è visto attraverso lo schermo d’un cellulare o di un
computer. Ma io sono qui a testimoniare il contrario o almeno lo spero.
Copyright testi(C) Federico Cinti 2019
Immagine: Photo by John Westrock on Unsplash
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