Candida,
senza macchia
alcuna,
Caterina, come giglio
purissimo
in un secolo
di
traviamento, tu hai voluto immergerti
tutta
in Gesù, nel Figlio
eterno
dell’Altissimo, che vigila
sul
nostro essere fragile
per
riempirlo di sé, della sua gloria.
Ti
sei fatta instancabile
strumento
d’unità tra le discordie
di
disperati spiriti
bisognosi
di pace e di giustizia,
nel
sangue hai scritto lettere
nel
nome del Signore a re e pontefici
per
la Chiesa e per le anime
intaccate
da ruggine e zizzania,
rivestita
dell’abito
delle
figlie terziarie di Domenico,
sei
vissuta dei semplici
frutti
donati dalla terra in grazia,
sei
morta con le stimmate
del
Signore Gesù, tuo desiderio
sin
da quando eri giovane,
e
ora vivi con lui, tra le sue braccia.
Casalecchio
di Reno (Bologna), 29 aprile 2019
Nella vita di santa Caterina da Siena
(1347-1380), Dottore della Chiesa e patrona d’Italia, si trova uno splendido
esempio di fragile forza alla ricerca dell’unità, di quel precetto perché tutti
siano un cuore solo e un’anima sola. Nella sua epoca la sede papale era come in
esilio ad Avignone e Caterina si è battuta strenuamente perché il pontefice
riportasse la sede a Roma, al centro della Cristianità europea, risanando in
questo modo decenni di lotte e incomprensioni. Non sarebbero finiti i dissidi e
le discordie, ma il monito di Caterina restava inciso nei cuori e nei secoli. A
distanza di secoli ci si trova in una situazione simile di disgregazione e di
smarrimento dell’unità e l’intercessione di questa santa, morta a trentatré
anni, come il Signore Gesù, non può e non deve lasciarci indifferenti: ci si
deve impegnare nella carità perché si operi il disegno salvifico della pace vera,
che nasce dalla giustizia di Cristo. È la purezza del cuore, essere simili a
gigli del campo, puri come pura significa il nome Caterina, che fa sì che si
possa dare il senso vero alle cose donateci da Dio. anche noi, come lei, dobbiamo
sforzarci di essere un segno vivo nella Chiesa, una testimonianza reale di
carità e di fede.
Copyright testi(C) Federico Cinti 2019
Immagine: Agostino Carracci, Estasi di santa Caterina da Siena, Galleria Borghese, Roma.
Di Agostino Carracci - http://ec-dejavu.ru/s/Stigmata_18.html, Pubblico
dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6940719 fonte:Wikipedia
bellissimo asclepiadeo minore quarto che ci straccia tutti con l'uso sapiente di sdrucciole alla latina :-) Applauso, Magister maxime!
RispondiEliminaSai bene, Lidia, quanto mi piacciano i sistemi asclepiadei! secondo me sono proprio musicali. Già, a rileggermi a distanza di tempo piace ancora molto pure a me... forza della poesia!
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