Se dovessi introdurre, la figura di san Martino di Tours, direi che è nato a Sabaria (attuale Ungheria) intorno al
316 d.C. Sintetizzerei così la sua figura: soldato, santo, monaco, vescovo e
confessore della fede.
L'episodio più famoso è senza dubbio quello in cui Martino, non ancora battezzato, taglia il suo mantello militare per coprire un povero incontrato sulla strada.
Il mio poema in ottave nasce dal desiderio di approfondire la figura di San Martino, patrono di Casalecchio di Reno.
Da F. Cinti, Vita di San Martino di Tours, Pendragon, Bologna, 2016, Canto II, pp.1-13.
1. In un inverno più violento
e forte
degli altri, così rigido e spietato
da dare senza tregua ai più la morte,
Martino, in uniforme da soldato
con soltanto armi e clamide, alle porte
della città di Amiens viene attirato
da un fatto miserevole cui sente
di non poter restare indifferente.
2. Un mendicante, nudo e malnutrito,
chiede misericordia a ogni passante,
ne implora la pietà quasi sfinito
con uno sguardo fisso e supplicante,
e livido dal freddo, intirizzito,
tende la mano pallida e tremante
a chi gli passa oltre, e resta muto
nel ricevere il solito rifiuto.
3. È un misero che implora,
altro non chiede
che un po’ di carità, di compassione,
ma chi passa va avanti, non lo vede
o non vuole vederlo, non si espone
al giudizio degli uomini, procede,
pensa solo a se stesso, a una questione
che in cuore lo arrovella o lo sconsola,
e al povero non dice una parola.
4. Ed ecco illuminarsi l’uomo
pieno
di Dio, ecco il santo in veste militare
comprendere con animo sereno
che quel povero, lì per domandare,
pur scansato da tutti, nondimeno
è riservato a sé per operare
nel prossimo l’amore che egli ha visto
perfetto nell’esempio del suo Cristo.
5. Che fare allora? Tutto ha
già donato
ad altri mendicanti, tutto ha offerto
a chi ormai si trovava in quello stato,
e solo della clamide è coperto,
di quel caldo mantello da soldato:
senza troppo rifletterci egli è certo
che sia giusto tagliarla con la spada
per darne un pezzo a chi ora è sulla strada.
6. Attorno a loro, intanto, si
è formata
una folla vociante di persone
che assiste sempre più meravigliata
a quell’atto di vera compassione;
Martino con la clamide tagliata
copre le spalle all’uomo, poi ripone
su di sé quel mantello ormai diviso
e lieto fissa il povero nel viso.
7. Alcuni adesso ridono a
guardare
il soldato amputato nel mantello,
deforme nell’aspetto, singolare
nell’abito, sgraziato e non più bello
nell’altera uniforme militare,
e tra sé e sé ritengono che quello
sia un atto non lodevole e lontano
dai compiti di un milite romano.
8. Molti altri, invece, certo
più avveduti,
si cominciano a battere sul petto
in lacrime, pentiti e dispiaciuti
di avere avuto un cuore arido e gretto,
di essersi scientemente trattenuti
dal fare il bene, e di essere in difetto
perché sanno che avrebbero potuto
con poco dare al povero un aiuto.
9. Ognuno poi riprende la sua
strada,
ritorna a casa o va per qualche affare,
finché in breve la folla si dirada,
e ognuno tra sé e sé può ripensare
come ci voglia poco perché accada
che gli uomini comincino ad amare
con azioni anche semplici o con gesti
che a molti forse sembrano modesti.
10. Trascorre il giorno e la sua
confusione,
e Martino, ormai stanco e affaticato
dal servizio di quella professione,
non si è da molto tempo addormentato
che gli si mostra in sogno la visione
di Cristo col mantello che ha tagliato
per farne dono al povero quel giorno
e delle schiere angeliche dintorno.
11. «Ecco, Martino, innanzi a te il Signore
vestito del mantello», sente dire,
«che tu hai tagliato in due con tanto amore,
oggi, con la tua spada per coprire
un mendicante», e il santo, con stupore,
contempla Cristo senza insuperbire,
e ammira allora gli angeli e la gloria
del Signore del mondo e della storia.
12. «Martino, non ancora battezzato»,
sente dire da Cristo, «mi ha coperto
col suo mantello, quando mi ha incontrato
alle porte di Amiens, dove ho sofferto,
infreddolito, lacero e affamato,
e mi ha dato del suo, si è tutto offerto
con somma gratuità, amore assoluto,
quando in quell’uomo mi ha riconosciuto».
13. Martino, nonostante che il Signore
gli fosse apparso in tutta la sua gloria
col suo mantello, pieno di splendore,
e gli avesse mostrato la vittoria,
rimane puro e semplice di cuore,
non si gonfia d’orgoglio né di boria,
e così, assolto il catecumenato,
a diciotto anni viene battezzato.
Chiesa parrocchiale di San Martino di Casalecchio. Foto di G.V.