martedì 9 aprile 2019

A sera tarda

Una nenia mi culla. Nell’azzurro
dei sogni tutto è lecito. Non sono
quasi più io. Non so. Seguo il sussurro
lontanare laggiù simile a un suono

che si perde nel sonno. Tutto è spento
intorno, informe. È buio. M’addormento

vagando dietro il filo d’un pensiero
vano nell’ombra cupa del mistero.

Casalecchio di Reno (Bologna), 8 aprile 2019

A volte si è quasi in grado di cogliere il momento, l’attimo prima del deliquio, seguendo un pensiero vano che si fa sogno, che non ha più nulla di corporeo, che quasi si trasfonde in un’altra dimensione. È come un’atmosfera rarefatta nell’azzurro più scuro che diventa buia, che diventa altro da ciò che era e che sarà. Ecco, in quel limbo trovarsi come sospesi nello spazio, nel tempo, nel cuore, dove ogni cosa si fa possibile. Nel dormiveglia tutto è lecito, tutto è facile: anche noi ritorniamo a essere polvere di stelle, ciò che cade de sideribus, torniamo a essere i nostri desideri più reconditi e più veri, nascosti nell’angolo più intimo dell’anima. A tarda sera l’incantesimo si rinnova e si comincia a volare, ad abbracciare il grande mistero dell’universo che ci circonda e che noi circondiamo con le braccia in una reale metafisica d’intenti, perché noi siamo fatti per una dimensione superiore, altra, autentica. A sera tarda usciamo come da noi per un viaggio che non sappiamo, ma che ogni volta riapre porte invisibili, ma reali. 
Copyright testi(C) Federico Cinti 2019
Immagine: Spiral Jetty, United StatesPhoto by Greg Rakozy on Unsplash


 

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