sogno il tuo volto, volto di semplice, rara bellezza,
fiore di primavera sbocciato nel campo del cuore.
Ecco rinasce in me qualche cosa di nuovo (o d’antico?)
che mi riporta a giorni di un’ebbra vertigine: volo
attraverso l’azzurro per vie lastricate di bianco
sottile, speranze trapunte di gioie sorrise,
sussurri che dicono appena. Ti ascolto in attesa: tu hai
voce
di musica e oblio, d’ignote parole lontane.
Profuma di verde, di giallo, di mille colori il giardino,
sa ancora di vita quest’anima: assorto t’ascolto,
ti seguo incantato. Mi vedo di nuovo com’ero,
non so ormai più quando. Ti prendo per mano, m’avvio
con te sulle soglie del tempo: la favola bella
è un giorno senza età che impalpabile attende il ritorno
della felicità chiusa in piccoli, timidi gesti
dimenticati alla luce di quello che chiamano amore.
Casalecchio di Reno (Bologna), 2 aprile 2019
Un guizzo di
primavera, il ritorno nuovo di qualche cosa d’antico e sempre presente. In
questi giorni veramente s’avverte un rifluire di sensazioni, di emozioni, di
vita che chiede d’esplodere al chiarore del sole, che si fa calore, si fa
colore. Nelle giornate più lunghe e assorte l’aria si fa più tiepida e dolce,
come nei canti dei poeti. Non so, ci si sente diversi, ci si sente veri. A me
capita così, capita che tutto si rivesta d’una levità che nel freddo invernale
s’irrigidisce come dietro o dentro un cristallo, nel rigore che è simile alla
morte. Quando il tempo si scioglie, quando tutto ricomincia a splendere, ecco,
solo allora ci si guarda avanti, riguardando indietro. E tutto è familiare e
tutto è come sempre. È la profondità della memoria, di essere quel che si deve
essere per poter incidere sul non essere. L’identità, ne sono convinto ogni
giorno di più, si fonda sull’alterità. Ed è per questo che la memoria è
fondamentale in ogni istante della nostra vita, breve eppure lunghissima vita
di esseri pensanti e amanti.
Copyright testi(C) Federico Cinti 2019
Immagine: Campo di fiori gialli - Photo by Johannes Plenio on Unsplash
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