sulla via di Damasco, nel bagliore
che cogliendoti a un tratto ha illuminato,
Paolo, il tuo cuore,
era Gesù. Lo avevi a faccia a faccia,
con stupore tu udivi la sua voce
benevola: ti ha accolto tra le braccia,
come era in croce,
e ti ha amato. Ti amava già. Con zelo
perseguitavi i suoi senza fissare
la verità. Ti ha dato il suo Vangelo
da proclamare
tra le genti: era quella la missione
preparata per te. Viaggio su viaggio
hai portato con cura e dedizione
il suo messaggio
tra i non Ebrei, tra i popoli gentili.
In te viveva Cristo, in lui vivevi
senza alcuna paura: azioni ostili,
minacce grevi,
insulti senza fine erano un dono
per il tuo apostolato, in tal maniera
ricevevi da Cristo il suo perdono
nella preghiera
d’essere come lui in tutto e per tutto,
finché a Roma hai effuso nel martirio
il tuo sangue, spargendo il seme e il frutto
contro il delirio
di chi ti ha giustiziato. Come incenso
sei risalito a Dio, gioia infinita
in cui vivi per sempre, eterno senso
della tua vita.
Casalecchio di Reno (Bologna), 29 giugno 2019
Nella luce
abbagliante che avvolge Paolo (5-10 d.C. – 67 d.C.) si riassume tutta la
vicenda umana di Paolo: quando credeva di vedere, in verità era accecato
dall’odio e dal pregiudizio; eppure, quando Cristo gli si è manifestato nel suo
bagliore, solo allora è caduto il velo e ha potuto vedere a faccia a faccia il
Redentore, è stato in grado di sentire la sua voce e operare per lui e in lui.
Il Paolo vecchio, il persecutore dei cristiani, colui che aveva custodito i
mantelli di coloro che avevano martirizzato Stefano, diacono di Gerusalemme,
non esiste più. Paolo è un uomo nuovo e può presentarsi agli Apostoli come ultimo
di coloro cui è stato consegnato il Vangelo di Gesù. Da quel momento, quando
viene accolto nel collegio apostolico, comprende che la sua missione è e deve
essere rivolta ai non Ebrei, ai pagani, ai gentili. Ecco allora che, di comune
accordo con gli altri Apostoli, comincia a viaggiare in tutto il Mediterraneo,
fondando comunità e proclamando il nome del Signore ovunque giungesse. Non solo
gli atti degli Apostoli ci testimoniano la sua attività, ma anche le
diverse lettere inviate alle sue comunità. Si potrebbe dire che tutta la sua
esistenza, dopo la conversione, dopo la conoscenza del Risorto, è stata
missionaria: ha operato, infatti, un’inculturazione intensissima tra i pagani,
fino a giungere a Roma. Nella capitale del mondo continua indefessamente il suo
apostolato e si ricongiunge con altri fratelli nella fede, tra cui Pietro. Ed è
proprio durante la persecuzione perpetrata da Nerone, come il principe degli
Apostoli, Paolo effonderà il suo sangue nel martirio, nella testimonianza più
alta della sua fede e della sua speranza in Gesù. In tal modo Paolo, che in
vita non aveva conosciuto personalmente il Maestro, il Redentore del mondo,
dona tutto se stesso a Dio e alla sua Chiesa. Per questo è giusto ricordare
insieme i due Apostoli, per questo è bello lodare il fervore con cui hanno
operato non per sé, ma per chi agiva in loro, il Signore del mondo e della
storia. Copyright testi(C) Federico Cinti 2019
Immagine: Santino raffigurante la statua del martirio di San Paolo - Bologna - da raccolta privata
Nessun commento:
Posta un commento