all’Eterno. Ogni cosa ci è donata
sia per l’altrui che per il nostro bene
in Gesù. La ricchezza accumulata
ingiustamente ha vincoli, catene,
a cui l’anima resta condannata.
Nulla ci vale, nulla ci sostiene,
se non la carità vissuta, amata
come dono gratuito del Signore.
Solo in Dio siamo giusti, siamo buoni.
Procuriamoci amici col favore
dei santi. Diverremo testimoni
anche noi della luce, dell’amore.
Non possiamo servire due padroni.
Casalecchio di Reno (Bologna), 22 settembre 2019
In qualche misura
tutti noi siamo amministratori di un bene ricevuto dal Signore, di un carisma,
di una ricchezza più o meno grande. Non lo possediamo come proprietà assoluta,
ma deve servirci per il bene nostro e per quello altrui; altrimenti siamo come
l’amministratore disonesto della parabola, che comincia a compiere opere di
giustizia solo quando il padrone scopre i suoi inganni o, meglio, non accetta
che li compia più perché non si smarrisca definitivamente inseguendo false
immagini di bene. Si rischia solo di essere posseduti dalle ricchezze, mentre
le si possiede, senza la possibilità di vedere nulla al di là di esse. Eppure
noi siamo solo amministratori di quello che abbiamo ricevuto. I figli della
luce, i santi, sono meno scaltri dei figli del mondo e attendono il giudizio di
Dio nel risolvere l’iniquità. Se così è, ogni cosa che abbiamo ricevuto deve
essere messa a frutto per il bene comune, non per il nostro tornaconto
personale. La mammona di cui parla il testo evangelico è uno dei tanti idoli che
ci costruiamo per colmare le nostre insicurezze, le nostre infermità, quando
siamo privi della fiducia nell’aiuto di Dio. È più facile confidare nell’uomo
che sperare nel Signore. Ma ogni uomo è mendace e anche noi lo siamo. Per
questo non si può servire a due padroni, a Dio e a mammona: per questo Gesù ci
mette in guardia, ci dice di vigilare e di affidarci costantemente a chi solo
ci può salvare. Per questo, del resto, ha preso carne e si è offerto in
sacrificio per la nostra redenzione.
Copyright testi (C) Federico Cinti 2019
Immagine dal sito: www.incamm.com
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