Partono i Magi. Erode non accetta
d’essere messo in ombra da chi è nato
nell’umile Betlemme. Non aspetta:
dà ordine che venga giustiziato
ogni infante innocente. Strage abietta
quella di chi indifeso è massacrato.
In sogno la parola benedetta
illumina Giuseppe che, avvisato,
fugge in Egitto. Lungo quella via
spera in Dio, suo rifugio, sua salvezza;
con sé ha Gesù e la Vergine Maria.
Morto Erode, con docile saggezza,
va a Nazareth. Così la profezia
raggiunge l’ineffabile pienezza.
Casalecchio di Reno (Bologna), 29 novembre 2019
Dopo che i Magi hanno reso omaggio al Re dei re, ripartono
per annunciare ai popoli della terra che il Signore si è manifestato ai loro
occhi. Così comincia l’evangelizzazione fino agli ultimi confini dell’universo.
I pastori già erano tornati glorificando Dio per l’annuncio che avevano
ricevuto dalle schiere angeliche. Eppure, nella città del santuario, a
Gerusalemme, il potere politico non accetta di essere messo in ombra dalla luce
abbagliante di un bimbo indifeso: ne pretende l’annientamento a ogni costo. Il
re Erode dà ordine ai suoi esecutori di massacrare tutti i bimbi appena nati:
pur di ucciderne uno, è disposto a compiere un bagno di sangue. È la
perversione del peccato, è l’io che si sostituisce a Dio, è un re transeunte
che si vuole sostituire al Re eterno. La luce vera aveva illuminato il silenzio
della notte, ma alcuni avevano preferito la luce falsa del proprio interesse
personale. I primi testimoni sono stati proprio quei piccoli innocenti che
hanno pagato con la propria vita, con il proprio sangue un tributo altissimo
per il semplice fatto di appartenere al popolo santo d’Israele. Troppe famiglie
hanno subito il martirio in nome di un potere fallace e perverso. Giuseppe,
avvertito in sogno, mette in salvo la sua sposa, Maria, e il piccolo Gesù: una
fuga precipitosa in Egitto permette loro di evitare lo spargimento di sangue
prima dell’ora in cui Gesù volontariamente si sarebbe offerto per prendere su
di sé i peccati del mondo. Anche oggi troppe famiglie sono martoriate
dall’ingiustizia sociale e dalla sperequazione economica solo per l’assurdo
mantenimento di privilegi di pochi. La morte di Erode cancella il pericolo e
Giuseppe può tornare in Galilea, a Nazareth, tra la sua gente. Gesù sarà
chiamato Nazareno, secondo la profezia. Il vero Re sarebbe stato intronizzato
sulla croce, congiungendo il cielo con la terra, lavando l’universo con il
sangue sgorgato dal suo costato. Pure in quel caso, il principe del mondo
sembrava aver vinto, ma il Figlio dell’Altissimo sconfigge per sempre l’ultimo
nemico, la morte, e ci consegna salvi alle braccia del Padre. Il sangue innocente
lava tutte le colpe. Nell’episodio vissuto dalla sacra famiglia, quindi, vi è
l’annuncio del disegno salvifico di Dio.
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