di sole, fioca lampada
all’inerzia del giorno. Nel silenzio
l’impalpabile immagine
d’un ricordo invisibile. Nell’anima
qualche sorriso indugia
ancora. È il vuoto intorno. Un cielo concavo
su quest’ultimo abbraccio
che non ci lascia. Tutto tace. Un attimo
d’attesa. Il nulla. Adagio
corre la vita. Un punto a volte l’essere.
In alto un oro pallido.
Casalecchio di Reno (Bologna), 3 dicembre 2019
Accade così, in un giorno di fine autunno, quando
tutto attende nel silenzio il rifiorire di una vita nuova. Il sole pallido
scruta l’inerzia delle cose. E un amico ci lascia, senza dire una parola, senza
un saluto, se non il suo sorriso lieto. In questa letizia si è giocata tutta la
sua vita, protesa a quel sole limpido, a quella lampada che illumina i passi,
anche quando la via sembra incerta. Per noi che restiamo solo un senso di vuoto
di freddo, quasi fosse arrivato in anticipo l’inverno. ci troviamo sulla
soglia: al di là non ci è consentito vedere, ma solo sperare. Ed è una speranza
certa, questa, fondata sulla roccia. Sembra il nulla intorno, ma è solo quella
solitudine in cui si fa voce la parola che ci prende per mano. Siamo in
un’attesa che si fa sguardo oltre le nuvole, di un cielo che è immagine di una
realtà ultrasensibile. Qualcuno veglia su di noi, anche quando non ce ne
accorgiamo o non vogliamo accorgercene. Ecco allora che il dolore è temperato
dal rendimento di grazie non solo per ciò che siamo, ma soprattutto per ciò che
saremo. Il nostro umano vivere è solo prefigurazione della vita vera per cui
siamo stati creati e siamo. Anche questo è avvento, tempo di preghiera, tempo
del silenzio Copyright testi (C) Federico Cinti 2019
Immagine tratta dal web
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