mercoledì 25 dicembre 2019

Nella solennità del Natale del Signore - Messa dell'aurora ( Letture: Is 62,11-12; Sal 96; Tt 3,4-7; Lc 2,15-20)


Cantano gloria gli angeli: nel cielo
una letizia immensa. Uno stupore
per la pace nell’intimo: con zelo
si dirige a Betlemme ogni pastore.

Dal Mistero ineffabile ormai il velo
è stato tolto: si rinnova il cuore
in tutte le creature. È sciolto il gelo
precedente al Natale del Signore.

Maria contempla il figlio. Silenziosa
medita senza fine nel segreto
di quel vero miracolo ogni cosa.

Dio s’è fatto trovare: oltre il roveto
in quella sua presenza numinosa,
è un bimbo sorridente, umile, lieto.

Casalecchio di Reno (Bologna), 25 dicembre 2019
Solo i pastori, in quella notte santa, possono percepire il canto angelico, la gloria che riecheggia nel più alto dei cieli e in terra agli uomini di buona volontà. Non restano indifferenti, nella loro semplicità e rozzezza, i pastori, perché sono ancora in grado di vedere le cose come naturalmente sono: non legano il loro cuore a ricchezze o privilegi di potere. sono gli ultimi a livello sociale, coloro cui nulla è stato destinato. Betlemme pullula di stranieri venuti per il censimento, ma quella confusione non è per loro: non è quella la luce che è apparsa in cielo e nel cuore. I pastori vanno per primi all’umile dimora del Re dei re e gli donano quel che hanno, lo prendono in braccio e sono felici di questo, tanto che tornano indietro glorificando Dio di quel dono immenso. L’annuncio del regno è giunto: il Vangelo è già realtà presente e operante. Alla loro partenza, restano Maria, che medita tutto questo nel silenzio e nel segreto del suo cuore. Non è importante capire, ma credere ed ella crede incondizionatamente: crede che il Figlio che ha partorito è il Dio che l’ha generata, crede che è madre e figlia insieme. Lo aveva detto l’angelo: «Ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio». Con lei, in quella pace dell’anima, vi è pure Giuseppe, «l’uomo giusto», che ha visto realizzare davanti ai suoi occhi la salvezza del suo popolo e di tutti i popoli della Terra. È già cominciata l’umanità nuova e rinnovata. Il Dio apparso nel roveto ardente ora si è fatto carne, ancora più presente in mezzo agli uomini dalla sua divina trascendenza. Davvero oggi una luce risplende sopra di noi e dentro di noi. Le tenebre sono state vinte in un’aurora di serenità. Le sentinelle aspettavano quel momento e si è realizzato per sempre. È nato finalmente l’Emmanuele, il «Dio-con-noi».
Copyright testi (C) Federico Cinti 2019 
Immagine tratta dal web

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