domenica 11 ottobre 2020

Nella ventottesima domenica del Tempo Ordinario - Anno A (Letture: Is 25,6-10a; Sal 22; Fil 4,12-14.19-20; Mt 22,1-14)

 Il Regno è come un re che offre un banchetto

per le nozze del figlio: fa invitare

ogni suddito. Tutto è già perfetto,

ma nessuno ci va. Hanno da fare

 

chissà che altro. Quel re resta interdetto.

Manda ancora i suoi servi a radunare

i poveri ai crocicchi: è ben accetto

chiunque. La sala è piena. Nel passare

 

trova uno senza l’abito nuziale.

Lo fa cacciare fuori tra i lamenti,

anche se a nulla serve, a nulla vale:

 

là sarà pianto e stridore di denti.

Molti sono i chiamati, in modo uguale,

pochi gli eletti, tutti si è redenti.

 

Casalecchio di Reno (Bologna), 11 ottobre 2020

Un’altra parabola del Regno: un re, un banchetto nuziale per onorare il figlio che si sposa. Ma di chi è il diletto il figlio del re? L’umanità stessa diventa sua consorte proprio grazie a quella festa grande. I servi del re sono inviati a chiamare tutti i sudditi della città degli uomini, ma quelli declinano l’invito, perché hanno altro da fare. È così per il mondo, alle volte è così per la Chiesa, spesso è così per noi che non siamo in grado di cogliere la bontà degli inviti del Signore. Eppure lo conosciamo da sempre, perché ci ha visitati fin dal giorno del battesimo. Il re conosce bene il cuore umano: sa che non sempre è disposto ad aprirsi alla sua pazienza. Ma viene il giorno in cui le nozze si devono celebrare e chi non partecipa al banchetto rimane fuori, escluso, perché si è escluso da solo. Altri prenderanno il suo posto, trovati lungo le vie e ai crocicchi delle strade. Sono gli ultimi, quelli di cui si sarebbero dovuti occupare i primi invitati. La città degli uomini è spesso ingiusta, ma la città di Dio accoglie tutti a braccia aperte. Ognuno corre a quelle nozze e indossa la veste delle grandi occasioni, quella che gli è stata data all’ingresso. Il tempo si è fatto breve: vi è un’urgenza nella nostra vita. La festa non deve iniziare senza di noi. Essere pronti a quest’incontro è fondamentale per la nostra esistenza e per quella di chi ci ama. Anche Dio aspetta questo giorno con grande misericordia. Nessuno deve essere trovato senza veste nuziale, perché altrimenti verrebbe cacciato fuori, là dove è pianto e stridore di denti, come al tale che il re incontra senza abito. C’è ancora tempo per non rifiutare l’invito del Signore del Regno: la nostra veste è pronta per quell’occasione. Dobbiamo lasciare tutti i nostri impegni, tutti i nostri affari, perché nulla è più importante di quel banchetto. È così anche nella nostra vita: davanti a Dio nulla vale. Quel re è buono e giusto: ama ugualmente i buoni e i cattivi. È come il buon pastore, pronto a lasciare il gregge che conduce per pascoli erbosi, per cercare quelle che si sono smarrite o sono più recalcitranti. Il Regno di Dio è già preparato per noi: anche noi dobbiamo essere preparati a parteciparvi con il cuore immacolato. 

Copyright testi (C) Federico Cinti 2020

Immagine tratta dal web

 

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