Sopra
Giovanni nel deserto scende
la parola di
Dio, viene, si posa
in lui,
dentro di lui, tutto lo accende
della sua
immensa grazia numinosa,
lo avvolge intimamente,
finché prende
ad annunciare
ogni divina cosa,
diviene egli
la voce che si stende
dal cielo al
mondo, forza prodigiosa
di verità e
proclama: «Preparate
oggi la via
di Dio, per il Signore
raddrizzate i
sentieri, ricolmate
ogni burrone,
i monti con amore
assieme ai
colli subito spianate
e gli uomini
vedranno il Salvatore!».
Casalecchio
di Reno (Bologna), 9 dicembre 2018
Se nella prima domenica d’Avvento eravamo
richiamati a vegliare e pregare incessantemente, perché questo è il tempo del
Signore che viene, in questa seconda domenica la liturgia propone alla nostra
attenzione chi mette in atto ciò che rischia, alle volte, di rimanere solo un
buon proposito, ed è Giovanni, il figlio di Zaccaria ed Elisabetta. In quel
preciso momento della storia, e Luca è molto preciso in questo, ricordando
tutti i potenti dell’epoca in Palestina, mentre si trovava nel deserto alla
ricerca del Signore, visto che nella confusione della città era difficile
indagare nel segreto del proprio cuore, la parola di Dio scende sul
Battezzatore, si posa su di lui e comincia a profetizzare. La parola ha bisogno
della voce per farsi udire in ogni dove: nel deserto la voce risuona in modo ampio
e si espande senza confini. Ed è ciò che diceva la profezia: «voce di uno che
grida nel deserto». Certo, come alle volte si legge, pare che rispetto alla
profezia di Isaia l’evangelista abbia interpretato male, dato che il profeta
diceva: «voce di uno che grida: nel deserto aprite la via di Dio». Ma io credo
che Luca volesse proprio dire così, che Giovanni è la «voce di uno che grida
nel deserto», nel proprio deserto e nel deserto che gli uomini alle volte si
costruiscono nella loro miseria. Giovanni va in giro a gridare che il tempo
della salvezza è arrivato, che è anzi già presente, perché Gesù è già tra noi, e
che quindi bisogna costruire la via di Dio, bisogna raddrizzare tutti i suoi
sentieri, appianare i monti e i colli, chiudere le buche che impediscono il
cammino, e a quel punto tutti gli uomini vedranno la salvezza, vedranno il
Redentore. Così è avvenuto allora, ma così avviene ancora per noi, quando
spianiamo tutte le difficoltà che incontriamo o ci costruiamo. A quel punto
anche noi saremo voce che grida nel nostro deserto. L’avvento è quindi tempo di
pienezza e di rinnovamento. Per questo Giovanni dovrebbe essere il modello con
cui ci prepariamo ad accogliere il Signore che viene.
Copyright testi(C) Federico Cinti 2018
Immagine: San Giovanni Battista nel deserto - Domenico Veneziano - National Gallery of Art, Washington - Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/San_Giovanni_Battista_nel_deserto
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