Generoso,
Nicola, per amore
senza fine di
chi ti aveva amato
per primo, di
Gesù nostro Signore,
che hai
servito da vescovo, imitato,
hai soccorso
i più piccoli con cuore
puro, con
fede hai sempre predicato
l’ortodossia
sprezzando ogni favore
con mite
animo forte, intemerato,
hai dato una
speranza a chi soffriva
nel corpo e
nello spirito, a coloro
per cui non c’era
più altra prospettiva,
e adesso
canti nel beato coro
al cospetto
di Cristo, l’acqua viva
in eterno,
nostro unico ristoro.
Quando
penso a san Nicola (260-343), va da sé che la mia memoria corra inevitabilmente
a Bari, di cui è patrono a partire dal 1089, quando le sue spoglie furono
traslate in quella città da Mira. Eppure, era nato a Patara di Licia (attuale
Turchia) da nobile famiglia e sin dalla fanciullezza spiccò per carità e
generosità. In particolare, la sua attenzione per i piccoli e per i poveri, che
aiutava in tutti i modi, donando senza risparmio quel che aveva, ha fatto sì
che la sua fama si diffondesse in tutta Europa al punto che san Nicola è
diventato il benefattore per eccellenza, il dispensatore di doni ai bambini e
ai più miseri. Alcuni episodi in particolare hanno alimentato questa leggenda,
come il fatto che egli, avendo sentito che un ricco decaduto era intenzionato
ad avviare le tre figlie alla prostituzione per poterle sposare, abbia avvolto
un bel po’ di monete d’oro in un panno e le abbia gettate, per tre notti
successive, nella casa dell’uomo perché le figlie avessero la loro dote. Ancora
si racconta che, quando era già vescovo, Nicola abbia resuscitato tre bambini
che un macellaio malvagio aveva fatto a pezzi per poterne vendere le carni.
Insomma, dietro la figura di Santa Claus (il nostro Babbo Natale) sta proprio
la figura di san Nicola, il grande vescovo di Mira (città vicina a Patara,
anch’essa in Licia), che aveva partecipato addirittura al concilio di Nicea
difendendo l’ortodossia della fede contro le deviazioni di Ario. In questo
giorno, il giorno del passaggio da questa vita terrena alla vera vita in
Cristo, dobbiamo essere grati e lieti, perché ricordiamo un uomo dalle
straordinarie virtù cristiane e umane.
Copyright testi(C) Federico Cinti 2018
Immagine: http://www.basilicasannicola.it/gallery
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