domenica 6 ottobre 2019

Nella ventisettesima domenica del tempo ordinario - Anno C - Letture: (Ab 1,2-3; 2, 2-4; Sal 94; 2 Tm 1,6-8.13-14; Lc 17, 5-10)

Noi siamo servi inutili. Il Signore
ci chiama a essere docili strumenti
del suo regno. Da noi passa l’amore
di Dio per tutti gli uomini. Impazienti

desideriamo di colmare il cuore
con gioie vane, spesso inconsistenti.
Il mondo passa, ogni bellezza muore
come l’erba del campo. Anche i viventi

passano, ma Gesù li ha riacquistati
alla gioia del Padre, della vita.
Servire ci può rendere beati

senza pretese. Tra le nostre dita
resta la gioia di chi ci ha salvati
e una speranza semplice, infinita.

Casalecchio di Reno (Bologna), 6 ottobre 2019
Non vi è altra salvezza che nel nome di Cristo: questa è la nostra fede, questo è ciò che ci anima e dà senso alla vita. Ogni cosa risulta possibile, dopo: è l’accettazione di tutto quel che siamo e che dobbiamo essere di ciò che facciamo e che dobbiamo fare. La storia della salvezza inizia con un sì, inizia con Abramo che ha fede. Nella pienezza del tempo Maria ha fede e dice un altro sì. Non diventa pesante affrontare le difficoltà che, purtroppo, di giorno in giorno, capitano: stiamo assolvendo al nostro compito. È un modo diverso, questo, di parlare della nostra croce: la fede ci permette di accogliere la vita, tutta la vita, dal suo concepimento fino al suo naturale esaurirsi, come un dono, come l’atto di fede nella croce che salva. E salva soprattutto noi da noi stessi, dal nostro egoismo, dal voler decidere anche sulla nostra vita e sulla nostra morte. La fede non è un insieme di riti da osservare, ma un dono da accogliere, un abbraccio cui affidarsi sempre, quando siamo nella gioia e quando siamo nella tristezza. Per questo potremmo dire, secondo le parole del Signore, a un gelso di sradicarsi e di andare a piantarsi e quello lo farebbe sul serio, perché non lo diciamo nel nostro nome, ma in quello di colui in cui abbiamo fede. Per questo siamo servi inutili, nel senso che apparteniamo a chi ci ha creato e soprattutto riacquistato, ossia redenti. Se ci sostituiamo a lui, nella vita e nella morte, nostre e altrui, la fede diventa solo un impaccio, un orpello di altri tempi bui. Ma Gesù è la luce del mondo e noi con lui dobbiamo testimoniare questa fede, che è la salvezza del mondo.
Copyright testi (C) Federico Cinti 2019
Immagine: dal sito   www.affittogiardino.it

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