domenica 15 aprile 2018

Nella III domenica di Pasqua

E mentre i due discepoli tornati
da Emmaus narrano, pieni di fervore,
i fatti a loro appena capitati,
appare nel Cenacolo il Signore

agli Undici e ai fratelli radunati
assieme a loro in unità di cuore
e così, dopo averli salutati,
nota nei loro volti lo stupore

di chi non sa se credere davvero,
ma quando mostra loro ogni ferita
sulle mani e sui piedi, ecco che il vero

si svela ai loro occhi, ecco infinita
una gioia li colma, ecco il Mistero
dà senso allo sconforto della vita.

Casalecchio di Reno (Bologna), 22 aprile 2018



I due discepoli che vanno a Emmaus riconoscono il Signore allo spezzare del pane; poi, pieni di gioia incontenibile nel cuore, tornano a Gerusalemme di corsa per raccontare agli apostoli e ai fratelli che era apparso loro il Signore. E proprio durante quel racconto Gesù risorto appare, sta in mezzo a loro e li saluta: «Pace a voi!». All'inizio sembra un fantasma e tutti stentano a riconoscerlo, forse perché è difficile per noi come anche per gli Apostoli accettare che Dio è più grande di tutto e di tutti. Poi, al riconoscerlo dalle piaghe sulle mani, sui piedi e nel costato, dopo averlo visto mangiare un po' di pesce arrostito, lo stesso che stanno mangiando, allora il cuore si riempie di una gioia talmente grande che nulla la può contenere e tutti credono, credono che la morte è stata sconfitta, che l'impossibile è avvenuto davanti ai loro occhi. Del resto, è un percorso che ognuno di noi compie, è il Mistero che ci si svela a poco a poco, quando meno ce l'aspettiamo, come davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni si era trasfigurato sul monte, forse il Tabor, accanto a Mosè ed Elia. Forse bisogna essere pronti a lasciarsi stupire dalla vera realtà delle cose e allora in modo autentico Gesù sarà l'Emmanuele, il «Dio con noi», come nel passo evangelico di questa terza domenica di Pasqua.

Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: Caravaggio, Cena in Emmaus, National Gallery, Londra, 1601






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