Bisogna aprirsi al mondo, essere pronti
a recidere ciò che è contro il bene
dentro e fuori di noi, rompere i ponti
con l’invidia, spezzare le catene
che ci chiudono agli occhi gli orizzonti
d’essere per Gesù, che ci sostiene
in ogni circostanza, senza sconti
in ciò che ci conviene o non conviene,
senza chiusure a chi opera nel santo
nome di Cristo, nostro Salvatore,
e nulla in noi sarà più gloria o vanto
che essere tutti uniti nell’amore,
nella gioia di stare l’uno accanto
all’altro, sempre, in umiltà di cuore.
Casalecchio di Reno (Bologna), 30 settembre 2018
E mi stupisce sempre e anche però mi consola constatare che anche i Dodici, gli
Apostoli, il primo nucleo fondante della Chiesa, fanno una grande fatica,
quella fatica che facciamo tutti e tutti i giorni, a recepire e mettere in
pratica la parola di Gesù. Addirittura Giovanni, che nel quarto Vangelo è
definito «il discepolo che Gesù amava», domanda al Maestro di fermare un uomo
che nel nome proprio di Cristo scacciava i demoni, ossia faceva del bene.
Giovanni, «il figlio del tuono», per dirla come
si legge nei sinottici, con l’irruenza che gli è propria, in questo passo sente
come un privilegio esclusivo l’essere stato scelto da Dio per quel compito. È
un momento in cui anche i Dodici operano una chiusura, una separazione, una
divisione. In questo senso danno scandalo, sono motivo d’inciampo ai piccoli
del regno, che si sentono o possono sentirsi smarriti, se le varie parti della
Chiesa si dividono tra loro. Gesù richiama all’unità, all’essere uno in lui.
Per questo dice che è meglio togliere da noi, allontanare da noi, ciò che dà
scandalo, perché è la radice della dissoluzione. Lo stesso tema lo svilupperà
anche Paolo nella prima Lettera ai Corinzi, quando scrive: «Come il corpo è uno
solo e ha molte membra, e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo
solo, così anche il Cristo» (1 Cor 12,12). Certo, sviluppa quel che aveva già affermato
in modo netto Gesù: ogni parte deve cooperare al disegno della salvezza e della
costruzione del regno, perché ognuno ha doni diversi e diversi in quanto
complementari. Insomma, il Signore oggi ci richiama all’essere Chiesa e non
singoli, a essere un corpo vivo, operante e non membra sparse e quindi morte. Decidere
significa tagliare: decidere per il bene significa, allora, scegliere la parte
buona che non dà scandalo e rende puri.
Copyright testi(C) Federico Cinti 2018
Immagine:"Gesù mentre insegna ai suoi Apostoli" - Cattedrale di Sant'Isacco, San Pietroburgo (Russia)- da:t.arautos.org/view/show/10399-i-dodici-sono-inviati-in-missione