mercoledì 5 settembre 2018

A santa Teresa di Calcutta vergine e fondatrice


Madre di carità, serva paziente 
degli ultimi che il mondo ha abbandonato 
senza ritegno, vergine sapiente

di fedele speranza, bisognosa 
del volto di quel Dio che ti ha creato 
perché tu lo cercassi senza posa

nella tua lunga vita missionaria, 
vita di gioia piena, vita spesa 
anche per chi non sa d’essere paria, 
prega sempre per noi, santa Teresa. 

Casalecchio di Reno (Bologna), 5 settembre 2018
Santa Teresa di Calcutta
                                                                         
Mi pare molto bella l’immagine che santa Teresa di Calcutta (1910-1997) dà di sé come «piccola matita nelle mani di Dio», perché esprime al meglio l’idea che il Signore scrive la storia del mondo attraverso i suoi santi e i suoi fedeli: a un certo punto della sua vita, infatti, questa piccola suora albanese, che si trova a insegnare in India, sente la voce del Signore chiamarla a vivere in mezzo agli ultimi degli ultimi. E così fonda la sua congregazione, l’Istituto delle missionarie della carità, che raccoglie per le strade di Calcutta i più diseredati, i più poveri e moribondi. Veste un sari bianco, che in India è il colore del lutto, listato d’azzurro, che è il colore di Maria, e così molte altre suore che seguono il suo esempio. Nelle chiese della sua congregazione vicino al Crocifisso si legge: «I thirst» («Ho sete»). Gesù in croce ha sete di noi, del nostro bisogno, della nostra sofferenza. Santa Teresa lo ha capito: ha capito che l’uomo dei suoi giorni non ha pace, non trova pace, dopo essersi dimenticato di Dio. Nel secolo delle più grandi contraddizioni, il Novecento, ripropone la preghiera quotidiana, soprattutto il Rosario, come collante della famiglia; si scaglia con decisione contro l’aborto nel ritirare il Premio Nobel per la pace il 17 ottobre 1979: «Sento che al giorno d’oggi il più grande distruttore di pace è l’aborto, perché è una guerra diretta, una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa (…). Perché se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c’è più niente che impedisce a me di uccidere te e a te di uccidere me». Questa è la sua eredità: per essere felici bisogna che gli uomini e le donne del nostro tempo si riconvertano a Gesù e compiano insieme il cammino per ritornare alla casa del Padre in letizia.

Copyright (C) testi Federico Cinti 2018
Immagine: https://www.santodelgiorno.it/santa-teresa-di-calcutta

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