Sacerdote, ispirato traduttore
della Sacra Scrittura in cui è segnato
il percorso per giungere al Signore,
monaco del deserto, appassionato
della dottrina, insigne letterato,
commentatore ascetico, Dottore
della Chiesa a cui tutto ti sei dato,
di sapere, conoscere, il tuo impegno
ci spinge oltre la lettera, oltre il velo
che Dio vuole per noi, salire al cielo,
qui in terra adoperandosi al suo regno.
Casalecchio di Reno (Bologna), 30 settembre 2018
Mi fa sempre un certo effetto pensare che la lingua in cui, per più di quindici secoli, la Chiesa ha letto la Sacra Scrittura e ha forgiato la sua liturgia è il latino di Girolamo, il santo sacerdote che, per ispirazione del Signore, è riuscito in un’impresa grandiosa, tradurre dagli originali ebraici e greci la Bibbia (in particolare il Vecchio Testamento, il Nuovo solo in parte, perché era passato intanto a miglior vita), il libro dei libri. E oggi le nostre versioni sono soggette all’usura degli anni, mentre Girolamo ci consegna un’opera ormai fuori del tempo, la Vulgata. Il latino, non c’è che dire, mi commuove: è la lingua della mia anima, la lingua che fa risuonare le mie corde più intime. Del resto, tradurre è interpretare, riflettere non solo sulle parole o sulle espressioni, ma sul significato più vero di ciò che deve diventare nostro nella lingua che parliamo e in cui pensiamo. Ecco allora che Girolamo diviene il patrono degli esegeti e pure degli insegnanti. In lui la grande tradizione classica e la sapienza giudaico-cristiana si fondono mirabilmente. Poi, è vero, aveva un temperamento un po’ focoso e non sempre malleabile, ma certamente non si può dire che non desiderasse ardentemente la purificazione propria e quella dei suoi contemporanei, se, fin dalla giovinezza, desiderò essere monaco del deserto. Insomma, Girolamo ha ancora tanto da dirci e da farci scoprire.
Copyright testi(C) Federico Cinti 2018
Immagine:autore Guercino anno 1641 titolo Visione di san Girolamo - da: https://www.santodelgiorno.it/san-girolamo/
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