mercoledì 15 gennaio 2020

Nel mio giorno

Addosso ho un che di strano. Oggi, il mio giorno?
Federico, mi sa che non sei pronto.
Eppure, tutti gli anni fa ritorno
Di nuovo, alba sfiorita nel tramonto

E via di nuovo poi. Festa dintorno,
Rara felicità, breve racconto
Insolito. S’allevia in me lo scorno,
Così, del tempo. Supero l’affronto

Opaco. Inizia l’anno per davvero,
Credo. Non so, resto perplesso.
Io ne avrei fatto a meno. Quello che ero

Non sono più, non sarò più lo stesso.
Tutto rapido scivola. È un sentiero
Ininterrotto. Anch’io lo seguo, adesso.

Casalecchio di Reno (Bologna), 16 gennaio 2020
Un altro Federico avrebbe parlato del ciclico ritorno, della porta carraia o altre lepidezze per letterati dalla caratura filosofica. Compiere gli anni, almeno una volta all’anno, non è poi così atroce. Certo, viene meglio festeggiare gli altri che fermarsi a pensare ai casi propri, ritornare per un attimo in sé e pensare che quanto accade di solito alle persone che si conoscono può capitare anche a noi. L’alternativa, comunque, non sarebbe poi troppo allettante; perciò, meglio oltrepassare la soglia, meglio salire il prossimo gradino in quell’eterna scala di numeri che vanno all’infinito. Potrei sfoderare il funestus veternus, ma non sarebbe così per tutti? Il senso vero è capire presto che restare inamovibili non solo è impossibile, ma soprattutto fallace: solo gli stupidi non cambiano mai idea. Il poeta cantò: «Non son chi fui», e io aggiungo: «Ma meno male, caro». Se guardiamo in faccia alla realtà, a parte i danni che costantemente causiamo, volgersi indietro è proprio un delitto. I ricordi sono fatti per essere attualizzati o rivissuti; altrimenti, tutto è rigor mortis. E Dio ce ne scampi! Festeggiamo, ecco tutto, festeggiamo anche noi. Mi scrivo due versi, acrosticati o no non importa, e così anch’io posso dire di aver rallegrato un altro amico. Oggi è il mio compleanno, oggi è il mio giorno: si è compiuto un altro anno senza scorno.
Copyright immagine e testi (C) Federico Cinti 2020

2 commenti:

  1. Federico per me sei un grande. Augurissimi

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    1. Mah, chissà: io mi sento così normale... però, a rileggermi, mi sento ancora così, sei mesi dopo. chissà davvero... grazie di cuore, comunque!

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