giovedì 2 maggio 2019

Un giorno di maggio

Dalla finestra aperta lontane s’inseguono voci:
ascolto, nell’ombra, un sussurro
ignoto. Si perde nel vento il frusciare sommesso
degli alberi, un’eco che passa.

Il giallo del sole si specchia sul mio pavimento
e scalda la stanza. Respiro
un po’ di sereno tra il terso cristallo dell’aria
che abbraccia ogni cosa dintorno.

È maggio che brilla d’odori nei prati, ai balconi
di case rinate. M’affaccio
a un giorno di luce, di vita tornata nel cuore
e in questo prodigio rivivo.

Casalecchio di Reno (Bologna), 2 maggio 2019
Veramente strana la sensazione che si respira, oggi, con la finestra aperta: maggio prorompe nel suo splendore. L’aria tersa lascia trapassare una luce intensa, come attraverso un cristallo purissimo, nel giallo del sole come nei disegni dei bambini. Un profumo verde riempie i prati fioriti circostanti d’erba tagliata, fragranza che s’effonde tra le case e tra le vie ripopolate di vita. Il tepore è un abbraccio caldo che dà linfa alla dolcezza che quasi si era perduta nel grigio dei giorni passati. E viene voglia d’uscire, di tuffarsi nel vento che a tratti è ancora fresco, all’ombra dei cortili e delle siepi. Ogni anno è un miracolo che si ripresenta e che stupisce, quasi fosse la prima volta che lo si vive, che lo si vede. Ed è giusto così, come nei versi dei poeti in cui il ciclo delle stagioni è fissato nell’immortalità d’una parola senza tempo, come il «maggio odoroso» di leopardiana memoria che si respira ancora dai «veroni del paterno ostello». La poesia si colora di vita e regala emozioni, oggi che tutto è visto attraverso lo schermo d’un cellulare o di un computer. Ma io sono qui a testimoniare il contrario o almeno lo spero.
Copyright testi(C) Federico Cinti 2019  
Immagine: Photo by John Westrock on Unsplash

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