venerdì 2 novembre 2018

La Commemorazione dei defunti



Fermo lungo la soglia che separa
incorporea il presente dal passato,
nello scrutare tra la luce avara
del giorno l’invisibile già stato,

avverto come la dolcezza rara
di un ricordo impalpabile tornato
alla memoria labile, ma cara
a chi mai, non ha mai dimenticato,

mentre s’allaga il cuore di speranza
divenuta, oltre il limite, stupita
certezza che s’annulla la distanza

tra chi ci ha preceduti in questa vita
e noi nel tempo rapido che avanza
fino alla gioia fattasi infinita.

Casalecchio di Reno (Bologna), 2 novembre 2018

Dopo la gioiosa contemplazione della comunione dei santi, ecco la tristezza di ritrovarmi sulla soglia che separa il presente dal passato, invisibile soglia oltre cui vorrei allungare le braccia per un ultimo saluto a chi non c’è più, ma cui ho voluto molto bene. Commemorare i defunti, alle volte, significa avvertire più la mancanza che la dolcezza dei cari, parenti o amici, che pure si trovano in quella che chiamiamo vita migliore, e lo è veramente. Eppure, bisogna pregare per loro, per mio padre, i miei zii, i miei nonni, gli amici che non vedrò mai più, perché quella soglia è solo un passaggio, pur doloroso, ma momentaneo: la morte è stata sconfitta definitivamente da Gesù, e questa è una certezza. Pregare è doveroso, perché i nostri cari hanno bisogno, nell’ultima espiazione, di sentire la nostra vicinanza, perché anche in Purgatorio il desiderio di vedere Dio è fortissimo e l’aiuto che possiamo dare, quando siamo in grazia, è proprio l’incessante azione di preghiera. La vita non finisce in questo mondo, dove molti vivono come se fossero eterni: la vita vera è quella che cominciamo a vivere qui secondo l’esempio di Cristo e dei suoi santi. 




Copyright testi(C) Federico Cinti 2018 
Immagini tratte da un libretto di preghiere del secolo scorso - raccolta privata

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