Da Maria, umile e alta creatura,
ha preso carne il nostro Creatore,
da Maria, saggia vergine sicura,
è nato al mondo il nostro Salvatore,
da Maria, senza più alcuna paura,
dichiaratasi serva del Signore,
agli occhi di un’incredula natura
ha preso forma umana il Redentore,
ed è fiorita in cuore la speranza
d’un uomo nuovo, un uomo che non tace
la sua gioia, la sua testimonianza,
così ognuno di noi si fa capace
con profonda letizia ed esultanza
di costruire assieme a Dio la pace.
Casalecchio di Reno (Bologna), 1 gennaio 2019
Nel primo giorno dell’anno
celebriamo Maria quale madre di Dio, secondo il dogma sancito dal concilio ecumenico
di Efeso del 431 d.C.: chi non può essere contenuto dai cieli è stato contenuto
dal ventre fecondo di una vergine. Eppure, Maria non è stata solo il luogo
fisico in cui Dio si è fatto carne, ma è colei che ha dato la carne e la vita attraverso
la sua umanità al Creatore del mondo. In Oriente la definiscono Tehotokós, tradotto in Occidente con Deipara. È un mistero insondabile, che la mente
umana non può cogliere del tutto, ma è il principio della nostra fede. Tutto
nella liturgia odierna parla del Figlio, che nel rito straordinario è celebrato
nell’ottavo giorno, il giorno della sua circoncisione (In octava
Nativitatis domini). Così infatti narra
il Vangelo di Luca, come ideale prosecuzione del racconto del Natale, che, dopo
aver ricevuto la visita dei pastori, Maria e Giuseppe presentano il figlio
appena nato per la circoncisione secondo la legge mosaica. Anche le antifone
richiamano al mistero della luce (quella d’introito è Lux fulgebit hodie
super nos, quia natus est nobis Dominus, et vocabitur Admirabilis, princeps
Pacis et Pater futurae gloriae, cuius regni non erit finis, ‘Oggi su di noi splenderà la luce, perché è nato per noi il Signore;
Dio onnipotente sarà il suo nome, Principe della pace, Padre dell’eternità: il
suo regno non avrà fine’). Maria è in qualche misura corredentrice del disegno
di salvezza di Dio che da lei prende vita, dopo essersi dichiarata «ancilla
Domini», ‘serva del Signore’. Tutto parla di Gesù, che è la salvezza di Dio,
che è il nostro Salvatore. La natura stupisce davanti a questo prodigio
impensabile: Dio che si fa uomo, Dio che prende la carne da una donna, Dio che
non ha paura di contaminarsi con l’uomo (nel Te deum cantiamo non horruisti virginis utero, ‘non hai avuto orrore del ventre di una vergine’). Veramente Gesù è
il «Principe della pace» e oggi, da cinquant’anni ormai, si celebra la giornata
mondiale della pace, associata alla solennità di Maria madre di Dio e alla
circoncisione di Gesù. È un giorno solennissimo, questo primo giorno dell’anno,
e tutto parla di un’umanità nuova, rinnovata da chi Dante definisce «Vergine
madre, figlia del tuo figlio, / umile e alta più che creatura, / termine fisso
d’etterno consiglio» (Par. XXXIII
1-3). Con quest’augurio, quindi, di pace, eternità e salvezza l’anno che
comincia sarà certamente buono.
Copyright testi(C) Federico Cinti 2019
Immagine: Santa Maria madre di Dio - fonte:https://it.aleteia.org/daily-prayer/martedi-1-gennaio/
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