Stai diventando grande, Federico,
anche se tutto pare tale e quale
in questo tempo a volte poco amico,
anche se tutto resta sempre uguale
in questo tempo che si è fatto antico
a poco a poco, e forse non è un male,
anche se taccio quello che non dico
per tralasciare il trito, l’usuale;
stai diventando grande, ma lo sai,
e sai pure che è inutile voltare
le spalle a tutto ciò che è stato ormai,
e sai che è giusto, che bisogna andare
avanti, come hai fatto e sempre fai,
per continuare a vivere, ad amare.
Casalecchio di Reno (Bologna), 16 gennaio 2019
Era il caro Agostino che diceva: «Dilige et quod vis fac», ossia «Ama e fa’ ciò che vuoi». Ecco, tutto il significato del vivere sta quindi nell’amare, nell’amare correttamente intendo dire, non nell’amare e basta o come ci pare e piace. nel giorno del mio compleanno, pertanto, mentre si diventa grandi, e questo è un dato inequivocabile che si fa garanzia di esserci, mi ripropongo quest’augurio, di essere quel che devo essere, senza voltarmi indietro, ma guardando avanti. L’Alèxandros pascoliano si volgeva indietro ai sogni sognati, esclamando infine: «il sogno è l’infinita ombra del vero». Però, quel «vero» che intravvediamo non può ridursi all’insoddisfazione di una corsa verso l’infinito irrealizzabile. Siamo pur fatti per essere felici. Ecco, di questa felicità vado cercando e scrivendo. La trovo anche per strada, tra le persone che si fermano a farmi gli auguri offrendomi il caffè o dandomi anche semplicemente la mano, la trovo nell’amica che mi regala una cuffia bordeaux e mi fa la foto per vedere come io stia, la trovo nei tanti che mi hanno scritto anche solo una parola, che hanno speso anche solo un minuto del loro tempo per comunicarmi la loro vicinanza. Siamo pur fatti di polvere di stelle, perché i nostri desideri, caduti «de sideribus», dalle stelle appunto, alle stelle devono ritornare. Ecco, allora, mi auguro questo, di poter portare un po’ di questo «amore» a chi conosco.
Copyright testi e immagine(C) Federico Cinti 2019
Era il caro Agostino che diceva: «Dilige et quod vis fac», ossia «Ama e fa’ ciò che vuoi». Ecco, tutto il significato del vivere sta quindi nell’amare, nell’amare correttamente intendo dire, non nell’amare e basta o come ci pare e piace. nel giorno del mio compleanno, pertanto, mentre si diventa grandi, e questo è un dato inequivocabile che si fa garanzia di esserci, mi ripropongo quest’augurio, di essere quel che devo essere, senza voltarmi indietro, ma guardando avanti. L’Alèxandros pascoliano si volgeva indietro ai sogni sognati, esclamando infine: «il sogno è l’infinita ombra del vero». Però, quel «vero» che intravvediamo non può ridursi all’insoddisfazione di una corsa verso l’infinito irrealizzabile. Siamo pur fatti per essere felici. Ecco, di questa felicità vado cercando e scrivendo. La trovo anche per strada, tra le persone che si fermano a farmi gli auguri offrendomi il caffè o dandomi anche semplicemente la mano, la trovo nell’amica che mi regala una cuffia bordeaux e mi fa la foto per vedere come io stia, la trovo nei tanti che mi hanno scritto anche solo una parola, che hanno speso anche solo un minuto del loro tempo per comunicarmi la loro vicinanza. Siamo pur fatti di polvere di stelle, perché i nostri desideri, caduti «de sideribus», dalle stelle appunto, alle stelle devono ritornare. Ecco, allora, mi auguro questo, di poter portare un po’ di questo «amore» a chi conosco.
Copyright testi e immagine(C) Federico Cinti 2019
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