Non hai
temuto mai di confessare
nel nome di
Gesù l’ortodossia,
non ti sei
rifiutato di lottare
con ogni
mezzo contro l’eresia,
non hai
smesso un momento di pregare
per chi si
era smarrito sulla via,
non hai
cessato un attimo d’amare
chi
abbracciava una falsa ideologia,
e ancora
adesso, Massimo, ci doni
un esempio
incrollabile di fede
per sanare le
nostre divisioni,
dai luce al
nostro sguardo se non vede
il Signore
tra noi né ci abbandoni
dal cielo, dov’è
il trono in cui Dio siede.
Casalecchio
di Reno (Bologna), 13 agosto 2019
In ogni epoca e in ogni parte del mondo siamo
chiamati a confessare la fede in Cristo, che ci ha mostrato la gloria del Padre
e ci ha donato il Paraclito, anche se non è sempre semplice, anche se a volte
essere testimoni significa pagare a caro prezzo la fedeltà all’ortodossia della
vera Chiesa. È quello che ci insegna con la sua esistenza un grande teologo
bizantino, san Massimo (580-662), soprannominato il Confessore perché ha difeso
strenuamente con la parola, con gli scritti e con la vita la dottrina
dell’integrità della natura umana di Cristo contro l’eresia monotelista, che
riteneva che in Cristo operasse solo la volontà (o potenza) divina e non quella
umana. Certo, sono dispute lontane da noi, perché risolte e superate, ma dobbiamo
ritenere che il pericolo di eresie e di forzature nella dottrina o nel
magistero sia sempre strisciante anche oggi, in cui anche nella Chiesa
s’avverte il rischio di qualche scricchiolio. Ecco, Massimo si è dimostrato
forte e irreprensibile nella fede, sostenuto in questo da papa Martino I
(600-655), che come Massimo ha pagato con la vita la testimonianza della vera
fede contro il potere imperiale che s’ingeriva continuamente nelle questioni
teologiche. Anche oggi in cui le ideologie imperanti subdolamente tentano di
erodere la dottrina, Massimo può aiutarci nella buona battaglia della
confessione della fede.
Copyright testi (C) Federico Cinti 2019
Immagine da: iconaimmaginedidio.blogspot
Nessun commento:
Posta un commento