Dio t’ha cercata, un raggio
nel buio dell’abisso, tra le tenebre
oscure della storia.
Amavi il Crocifisso: le sue braccia
ti stringevano l’anima
fino a rapirla in cielo. Nel suo sangue
trovavi il dolce balsamo
per la tua sete, puro desiderio
d’infinito, letizia
realizzatasi in terra. Nello studio
della scienza degli uomini
vanamente hai cercato il senso ultimo
di questo breve vivere,
fino al giorno in cui tu in Teresa d’Avila
hai trovato lo specchio
della tua santità, la via all’Altissimo
che ti ha accolto amorevole
nel Carmelo. Così hai voluto assumere
il nome della mistica,
Teresa, come lei, tutta donandoti
allo sposo. L’origine
ebraica ti ha condotto nella camera
a gas, intrisa d’odio
insensato. Hai percorso il tuo Calvario,
come Gesù. Il carnefice
nella sua ideologia ti ha reso martire,
polvere tra la polvere
offerta a Cristo come sacrificio
sulla croce. La grazia
da Auschwitz ti ha accolto in cielo nella gloria,
nella gioia ineffabile
dell’amore di Padre, Figlio e Spirito.
Casalecchio di Reno (Bologna), 9 agosto 2019
Nella vicenda umana
di Edith Stein (12 ottobre 1891 – 9 agosto 1942) si riflette il senso di chi
vive veramente in Cristo, con Cristo e per Cristo, anche in un’epoca percorsa e
pervasa dall’ideologia che mira all’annientamento, anche fisico,
dell’avversario. Edith Stein, d’origine ebraica, ha attraversato nei suoi studi
filosofici tutta la scienza umana alla ricerca di ciò che poteva placare la sua
arsura d’infinito. Eppure non le bastava, non trovava l’acqua che aveva
dissetato la Samaritana al pozzo. Non gli studi filosofici, non la carriera
accademica, ma la lettura della vita di santa Teresa d’Avila le apre il cuore
alla verità: non è un’idea astratta o un principio ideale a muovere la storia,
ma l’incontro con una persona reale, con Gesù. Entra nel Carmelo proprio col
nome di Teresa, come la grande mistica in cui aveva trovato la ragione della
sua fede, ma i nazisti la cercarono, anche se si era trasferita in Olanda, la
catturarono e la deportarono ad Auschwitz, dove il 9 agosto 1942 viene mandata
nelle camere a gas. San Giovanni Paolo II la proclama beata nel 1987 e viene
poi canonizzata l’11 ottobre 1998. Assieme a santa Brigida di Svezia e a santa
Caterina da Siena patrona d’Europa. Di lei ci restano alcuni scritti filosofici
e teologici e il grande amore per il Crocifisso, in cui s’immergeva fino a
vincere ogni ansia, ogni angoscia del vivere. La storia mostra in lei il vero
senso, ossia che la grandezza di Dio è più grande di ogni uomo che cerca di
uguagliarsi a lui. Del resto, chi si scusa Dio lo accusa, ma chi si accusa Dio
lo scusa.
Copyright testi (C) Federico Cinti 2019Immagine da: www.avvenire.it
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