Ascende Gesù al monte. Nel silenzio
dell’anima c’è Dio. Dove si toccano
cielo e terra una nube,
Elia e Mosè in colloquio
col Signore, visibile la gloria
nel mutare del volto, nelle candide
vesti più della neve.
Pietro Giovanni e Giacomo,
saliti col Maestro, testimoniano
il suo trasfigurarsi nell’autentica
natura. Tutto è bello,
tutto è chiaro in quell’attimo.
Restare lì per sempre, non andarsene
mai più da quella gioia è il desiderio
vero espresso da Pietro
a nome degli Apostoli.
Li ricopre una nube. S’impauriscono.
Da quell’ombra una voce: «Questi è il Figlio
mio, l’eletto», proclama
agli uomini, «ascoltatelo!».
Casalecchio di Reno (Bologna), 6 agosto 2019
Ascendere al monte del Signore, dove il cielo e la
terra si toccano, dove la luce illumina più da vicino il nostro essere, il
nostro cuore. La festa della Trasfigurazione è la festa della luce, quando
Pietro Giovanni e Giacomo vedono la gloria del Maestro nel suo splendore. Non
sembrava più lui o forse era maggiormente lui. Quella era la sua vera natura,
la natura cui anche gli uomini tendono naturalmente, in quanto immagine e
somiglianza di Dio. Mosè ha visto la luce nel roveto ardente, Elia è stato rapito
al cielo su un carro di fuoco, la cometa ha illuminato la via ai pastori e ai
Magi, lo Spirito si è manifestato nel Cenacolo sottoforma di lingue di fuoco e Paolo
è stato folgorato. Anche nella Trasfigurazione Gesù mostra la sua gloria, che è
la luce del suo volto, è il candore delle sue vesti. Gli Apostoli vorrebbero
restare lì per sempre, ma la loro missione è annunciare a tutto il mondo quel
che hanno visto proprio in quel momento. Per questo la voce dal cielo dice di
ascoltare il Figlio, il Verbo incarnato per la salvezza degli uomini. In questo
episodio veramente vi è un anticipo del Mistero pasquale e la prefigurazione di
quel che saremo assieme al Salvatore.
Copyright testi (C) Federico Cinti 2019
Immagine da: immaginibibliche.blogspot.com
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