domenica 4 agosto 2019

Nella diciottesima domenica del tempo ordinario - Anno C - ( Letture: Qo 1, 2; 2, 21-23; Sal 94; Col 3,1-5. 9-11; Lc 12,13-21)


Pieni sono i granai. Con esultanza
gioisce il ricco: giubila il suo cuore
della messe feconda in abbondanza,
perché di nulla avrà mai più timore,

di nulla avvertirà più la mancanza
d’ora in poi. Ma quella notte muore.
Lascia ogni cosa nella fredda stanza
Della sua vanità senza valore.

Gesù sa bene che noi siamo un niente,
se non viviamo in lui, sola salvezza
di questo mondo spesso indifferente;

Gesù colma l’inutile pochezza
di questo nostro vivere presente
donandoci l’autentica ricchezza.

Casalecchio di Reno (Bologna), 4 agosto 2019
Se si vive in Gesù, non si ha bisogno di altro: sarà lui a provvedere a ogni nostra necessità. Il Signore non condanna la ricchezza o i beni del mondo, ma invita a riflettere su questa verità: è lui l’unica ricchezza e chi lo possiede non avrà bisogno d’altro. Tutto il resto assumerà il senso che gli è proprio, ossia un mezzo per vivere e per operare secondo la giustizia divina. Anche la cupidigia, in fondo, è un idolo che si oppone alla divinità vera, perché ci allontana da Gesù, un po’ come era avvenuto nel deserto, quando il popolo d’Israele confuso si era forgiato un vitello d’oro da adorare. Il pericolo incombe sempre e il Maestro lo sa. A chi gli viene a chiedere di dirimere le questioni ereditarie, risponde che non è questo il suo compito, perché non è giudice né mediatore nelle questioni di potere, se è vero che la ricchezza del mondo è il denaro. Gesù non si scaglia contro il denaro, ma contro il cuore dell’uomo che lo fa assurgere a senso della propria vita. Il ricco, che si trova a dover costruire granai più grandi di quelli che aveva prima per contenere un’abbondanza inaspettata, ha smarrito Dio e al suo posto ha trovato un falso bene in cui trovare la pace. Eppure tutto è vanità, se non si fosse incarnato Cristo, il nostro Redentore, il salvatore degli uomini. Solo nella Chiesa che ha fondato si può trovare tutto ciò di cui abbiamo bisogno, perché essa è il corpo mistico di Gesù. Come diceva, infatti, già Cipriano, nel III secolo d.C., extra Ecclesiam nulla salus: al di fuori della Chiesa non c’è salvezza. 
Copyright testi (C) Federico Cinti 2019
Immagine dal sito:   giuseppemani.it

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