domenica 6 gennaio 2019

Epifania del Signore (Letture:Is 60,1-6; Sal 71; Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2,1-12)


Nei Magi s’apre un varco alla speranza,
dopo aver lungamente camminato
pieni di fede, d’umile costanza
per la via che la stella ha illuminato,

quando trovano con intima esultanza
avvolto in fasce il bimbo appena nato,
perché fino all’estrema lontananza
della Terra Dio si è manifestato

a tutti quanti i popoli, a ogni gente,
quando possono infine fargli dono
di ciò che hanno portato dall’Oriente,

oro, in quanto egli è il re paziente e buono,
incenso, in quanto egli è l’Onnipotente,
mirra, in quanto egli è l’uomo del perdono.

Casalecchio di Reno (Bologna), 6 gennaio 2019
Nel giorno in cui il Signore si manifesta, perché questo significa epifania, significa proprio manifestazione del Signore, risplende una grande luce, quella luce che vince il buio e illumina dentro e fuori di noi. Sono gli angeli ad annunciare per primi che la gloria di Dio, lo splendore senza fine, ha preso carne da una Vergine e si è fatto uomo; sono poi i pastori a visitare Dio appena nato e a portare la buona notizia nelle loro città e nei loro villaggi. Da Oriente, da tutti i confini della Terra, giungono alcuni Magi, dotti studiosi e sapienti, che hanno visto sorgere la sua stella e sono venuti per adorare il re che è appena nato: lo trovano e il loro cuore è pieno di gioia. È la gioia di aver trovato, dopo tanto studio e tante ricerche, ciò che hanno lungamente desiderato. Nei Magi si coniuga la ragione della scienza e la fede della sapienza, perché non esiste dissidio tra scienza umana e sapienza divina. Non ci sono separazioni: Gesù è nato per unire, perché tutti siano un cuore solo e un’anima sola. Nella vicenda dei Magi, che pure è avvenimento storico, nondimeno non mancano elementi simbolici. Il più evidente è che essi rappresentano tutta la famiglia umana, senza distinzione di lingua, di provenienza geografica e di credo: Dio si è mostrato a tutti quanti. Vanamente gli uomini tentano di abbattere i muri, se non riconoscono che vi è una profonda unità proprio in Cristo, proprio nel Salvatore: tutto resta un inconcludente tentativo di autoaffermazione e di autosufficienza destinati all’insuccesso, come la storia ha ampiamente dimostrato e continua a dimostrare. I Magi hanno compreso la regalità di quel bimbo indifeso ed è il motivo per cui gli portano in dono l’oro, hanno compreso la divinità di Gesù ed è il motivo per cui gli portano in dono l’incenso, hanno infine capito che in quel bimbo appena nato, oltre alla regalità divina, sta anche l’umanità destinata a soffrire per ottenere il perdono del Padre. In tal senso Gesù è il Redentore di tutti i popoli del mondo. i potenti come Erode non lo riescono a comprendere, perché non hanno l’umiltà di leggere nel loro cuore, non hanno il desiderio di vedere la stella che guida verso Dio. Ma Dio continua a manifestarsi a tutti i popoli sino alla fine dei secoli. 

Copyright testi(C) Federico Cinti 2019

Immagine:Adorazione dei Magi - Sandro Botticelli -1490--1500. Uffizi- Fonte:Wikipedia 
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Botticelli,_adorazione_dei_magi_uffizi_1490--1500.jpg

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