Scende un silenzio torpido sul cuore
in questo giorno cupo, senza sole,
senza voglia di vivere, che muore
come nell’eco suono di parole
inascoltate, scende sul grigiore
di quel che non si ha più, che non si vuole,
simile a solitudine incolore
sul gelo della sera, sulla mole
di cose inesauribili da fare
adesso, oggi, domani o forse mai
nel tempo senza tregua che scompare,
scende il silenzio, scende, mentre vai,
dove a volte è impossibile scordare
l’inerzia dell’inverno che non sai.
Casalecchio di Reno (Bologna), 20 febbraio 2018
E che cos'è la bruma se non il lucore stanco dell'inverno inerte sulle cose? Il giorno più breve, più tetro, più cupo, come oggi. Mi mette mestizia questa stagione. L'ho già detto, forse, ma lo ripeto: non vedo l'ora che torni a ridere la primavera, in cui rifiorisce il cuore. E questa sera devo pure uscire... insomma, proprio non ci se la fa. Già, la bruma... nel ciclo dell'anno pare sia proprio ineludibile. Febbraio lo immagino come un vecchio adunco che s'incammina sulla fioca luce del tramonto senza mai voltarsi indietro. Meno male che è il mese più corto dell'anno: di ventotto ce n'è uno...
Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: Ice and icicles on a bush./ Gefrorenes Wasser auf einem Baum
Federico tu cogli appieno le sensazioni e riesci ire cose che noi comuni mortali immaginiamo soltanto
RispondiEliminaRiuscire a esprimere in qualche modo il sentimento di altri, Anna, dovrebbe essere il massimo per un letterato, soprattutto per un poeta... ergo, le tue parole mi riempiono di grande gioia e soddisfazione! Mi spronano, inoltre, a continuare... grazie davvero!
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