lunedì 5 febbraio 2018

Un giorno in biblioteca

In biblioteca si lavora un poco,
contrariamente al solito: correggo
compiti, acceso dall’eterno fuoco
della nostra didattica, poi leggo

qualcosa, un po’ per svago, un po’ per gioco,
se non so più che fare, ora che seggo,
mentre Giuseppe mi disturba roco
ascoltando il suo jazz. Quando non reggo

proprio più, vado in giro, vado in bagno,
parlo con chi mi prende per il naso
in corridoio, eppure non mi lagno

troppo di questo giorno, del mio caso
disperato, del grigio in cui ristagno,
se non ascendo ai gioghi del Parnaso.

Casalecchio di Reno (Bologna), 5 febbraio 2018


In un momento senza tempo, quasi un'intercapedine nel rapido fluire della routine quotidiana, mi fermo un attimo in biblioteca dal buon Giuseppe, che ascolta come sempre il mitico Duke Ellington, il più grande jazzista (secondo lui) della storia. Io vorrei correggere compiti, ma il luogo non è forse dei più adatti. Allora, me ne vado bighellonando un po' per i corridoi, incontro gente, parlo, racconto, mi prendono un po' in giro, ma ci sta anche, visto che io lo faccio sempre. Poi, come folgorato sulla via di Damasco, mi ritrovo a comporre versi sublimi per ritrarre il vuoto pneumatico in cui mi ritrovo adesso. E non nego che mi piaccia infinitamente questa sospensione così eterea, come uno stato di grazia insperato. Pure la musica è diventata più rarefatta, anche perché siamo passati impercettibilmente ad Angelo Branduardi e il "panta rhei" sembra essersi fermato per incanto. E che si vuole di più?

Copyright foto e testi (C) Federico Cinti 2018

Nessun commento:

Posta un commento