s’allaga il cuore nella fantasia
d’un tratto per l’ennesimo racconto
riemerso appena con la nostalgia
d’un altro giorno languido già pronto
a impallidire rapido via via
distratto, senza oltraggio, senza affronto
del sole, un’altra volta in agonia
sopra il lenzuolo dolcemente rosa
del cielo vitreo, immoto, sonnolento,
dimentico del mondo, d’ogni cosa
della piccola aiuola di cemento
su cui immobile il tutto quasi posa
in attesa che capiti un evento.
Casalecchio di Reno (Bologna), 9 febbraio 2018
Aveva detto che andava a chiudere la tapparella del mio studiolo, prima che ci andassi io, la mamma, e invece mi chiama stupita per dirmi che c'è un tramonto bellissimo e comincia a fare alcune foto. Vado pure io, naturalmente, per farmi descrivere il panorama: un cielo rosa e azzurro, con un sole giallo nella parte inferiore destra, come appoggiato alle colline, e in primo piano i tetti delle case, un'antenna e gli alberi stecchiti ancora dall'inverno. E la mia fantasia ha cominciato a fantasticare di luoghi forse visti solo nei versi dei poeti.
Anche questo è febbraio. Dopo qualche giorno di nebbia, tetra pioggia e neve, il regalo di un anticipo di primavera. E magari domani tornerà brutto e freddo. Ma oggi no, oggi è tutt'un'altra cosa, oggi si respira già un'aria nuova. M'accoccolo un po' sulla mia sedia a scrivere qualche cosa, ma non sarà mai all'altezza di ciò che la mamma mi ha raccontato con tanto incantato stupore.
Sì, febbraio è un mese strano, che a molti non piace, e credo neppure a me, ma non importa: occorre cogliere il raggio di luce anche nella stanza buia, con la gratitudine di averlo scoperto e senza lamentarsi di quello che ci è stato tolto, almeno in apparenza.
Copyright testi e foto (C) Federico Cinti 2018
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