mercoledì 25 aprile 2018

Tutti noi celebriamo la tua festa

Tutti noi celebriamo la tua festa,
Marco, lieti nel cuore e molto grati,
ricordando il tuo zelo per la Chiesa
santa di Cristo.

Sull’esempio materno segui Pietro

venerandolo fervido d’amore
e cogli ciò che ha attinto dalle labbra
proprio di Cristo.

Acceso dallo Spirito, dischiudi

nel tuo libretto i segni del Maestro
sommo e racconti poi con che discorsi
istruisca il mondo.

Caro anche a Paolo, ne imiti gli ardori

del cuore con impegno, t’affatichi,
soffri molto per Cristo e con amore
effondi il sangue.

A Cristo lode, onore, virtù e gloria!

possiamo diventarne testimoni
e, nutriti dal tuo cibo, in eterno
vederne il volto.
Amen.



MÉNTIBUS LAETIS TUA FESTA, MARCE

Méntibus laetis tua festa, Marce,
atque pergrátis celebrámus omnes,
magna qui Christi tribuísse plebi
te memorámus.

Matris exémplis, vénerans amóre
férvido Petrum, séqueris fidélis,
verba de Christi lábiis ab ipso
hausta recóndis.

Spíritu accénsus, módico libéllo
mira tu summi réseras Magístri
gesta, tu narras quibus et loquélis
ínstruat orbem.

Carus et Paulo, studiósus eius
cordis ardóres ímitans, labóras,
multa pro Iesu páteris, cruórem
fundis amánter.

Laus, honor Christo, decus atque virtus,
cuius et testes valeámus esse,
ac, tuis escis recreáti, in aevum
cérnere vultum.
Amen.

Casalecchio di Reno (Bologna), 25 aprile 2018




In questo giorno di primavera, che quest'anno è così calda e luminosa, la Chiesa ricorda il martirio di Marco, l'Evangelista: è una festa grande e solenne, che ci riporta direttamente agli inizi della storia della nostra salvezza, perché il suo Vangelo è probabilmente il primo a essere stato scritto tra i quattro. Marco è stato un collaboratore del principe degli Apostoli, di Simon Pietro. Anche l'inno delle lodi mattutine e dei vespri, che ripropongo in una mia traduzione, ricorda che il nostro è stato caro a Paolo e poi da Pietro ha colto ogni parola che l'Apostolo ha attinto dalle labbra di Gesù. Quest'inno è poi particolare, per il metro, dato che è in strofe saffiche minori (un metro ovviamente risalente alla poetessa Saffo, ma usato anche da Catullo e Orazio e passato nella tradizione occidentale come metro lirico di grande caratura lirica anche nella poesia italiana), oltre che per il contenuto: ricorda, infatti, che il Vangelo di Marco è il più breve ("modicus libellus"), ricorda anche il suo grande impegno a fianco del collegio apostolico e il suo martirio, l'effusione del sangue. Certo, ci sarebbe anche un altro inno, quello per l'ufficio delle letture, ma non è soltanto per Marco, ma per gli Evangelisti in generale (quanto meno per Luca, che è l'altro Evangelista non Apostolo), composto nel metro solito degli inni, e dico solito per intendere quello più frequente, ossia il dimetro giambico. Prima o poi tradurrò anche quello. Ultimamente, infatti, vivo la traduzione degli inni della liturgia delle ore come una sorta di esercizio spirituale. E, allora, buona festa di san Marco Evangelista!


Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: San Marco (dettaglio), mosaico nella Basilica di San Vitale, Ravenna

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