domenica 4 novembre 2018

Nella trentunesima domenica del tempo ordinario



Il primo tra i comandi del Signore,
il più importante, quello che precede
gli altri, è il comandamento dell’amore
su cui si fonda la più vera fede:

ama il Signore Dio con tutto il cuore,
con tutta la tua forza, che non cede
davanti a nulla mai, con il valore
di cui il corpo mortale ti provvede.

Il secondo, che fa da complemento
al primo, di cui è splendido riflesso
in ogni situazione, in ogni evento

di questa vita, bene già promesso
a chi in Dio pone il suo compiacimento,
ama il prossimo tuo come te stesso.

Casalecchio di Reno (Bologna), 4 novembre 2018


Nel leggere dello scriba che pone una domanda al Maestro, si rivela il senso ultimo della vita. Non è certo per metterlo alla prova che gli domanda quale sia il più importante di tutti i comandamenti: lo scriba è alla ricerca della verità. E quella verità è racchiusa in un’unica parola, che è amore. Gesù rivela il senso ultimo della nostra ricerca, che è amare Dio con tutto il cuore, con tutta la forza e la virtù di cui siamo capaci, quasi a dire che ogni nostra fibra trova il suo naturale appagamento e compiacimento nel nostro Creatore. E come Dio ama gli uomini, così anche gli uomini amando Dio non possono che amare gli altri uomini, come atto di profonda uguaglianza e somiglianza a Dio. E' un amore vero, disinteressato, oblativo, che è tutto teso a continuare l’opera creatrice del Signore. Non vi è amore di Dio senza amore del prossimo, perché il prossimo nostro va amato come noi stessi. Così si costruisce il regno, così si attua quel «venga il tuo regno» del «Padre nostro» che recitiamo quotidianamente e più volte al giorno. Lo scriba vuole trovare la via che porta al Signore e un giorno se lo trova davanti. Non sa che sta parlando proprio con Dio, che sta interrogando quel Dio che ha conosciuto attraverso le Scritture e attraverso i suoi fratelli. Eppure, avviene così anche a noi, quando ci mettiamo alla ricerca di Dio dove si fa trovare. La fede deve portare alla carità, alla condivisione e alla compassione, altrimenti resta come un seme sterile, improduttivo. Il mondo fatica a capire, perché si muove su altre leggi, su altri comandamenti. Ma noi dobbiamo essere luce del mondo e sale della terra, perché è un dono troppo prezioso quello che ci è stato fatto per tenerlo nascosto. Anche lo scriba alla fine si è fatto coraggio e ha chiesto. E la sua ricompensa non ha tardato ad arrivare.
Copyright (C) testi Federico Cinti 2018 
Immagine: http://www.parrocchiadimarcellinara.it/2017/10/per-dio-e-il-prossimo-lo-stesso-amore/

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