mercoledì 28 novembre 2018

Sullo scorcio del tempo



Declina il mese ormai: sfoglio il lunario
alla ricerca di non so che cosa,
d’un sogno senza volto, immaginario,
come si sfoglia rapida una rosa.

Il mese ha quasi termine: mi trovo
al di qua della soglia da varcare,
lungo la linea d’ombra dove il nuovo
attende solamente d’iniziare.

Il mese se ne va: m’accingo anch’io
ad andare con lui, senza una meta,
ad andare così, nel logorio
di un’aria intorno fattasi irrequieta.

Oltre la linea lucida di vetro
farò attenzione a non guardare indietro.

Casalecchio di Reno (Bologna), 28 novembre 2018

Eppure, anche se è stato opaco e piovoso, questo novembre non mi è dispiaciuto del tutto, così incerto com’era, grigio e luminoso insieme. I giorni si susseguono correndo, è vero, volano via a una velocità sempre superiore; ma il senso del tempo, quello che un poeta definì – forse giustamente – sentimento rimane addosso, come qualcosa d’impalpabile, ma reale. È la percezione di un moto perenne verso una meta, che sappiamo esistere, eppure non riusciamo a cogliere razionalmente.  Quello tuttavia che l’animo intuisce non è meno vero di quel che cade sotto il vaglio empirico, altrimenti davvero nulla esisterebbe di quel che esiste. Ecco, per me novembre è stato qualche cosa di simile, un desiderio inespresso che, nonostante tutto, si è consumato, si è esaurito senza potere essere colto del tutto, simile alla rosa più bella, ma anche più effimera. Ora attendo dicembre, il mese più bello dell’anno, come pensavo da bambino, il mese della dolcezza del Natale, della chiusura e dell’apertura dell’anno. In fondo, dicembre è il mese dell’attesa e del compimento, della speranza e della realizzazione. E allora mi pongo proprio così, come alla finestra, ad assistere nella fantasia allo scorcio del tempo, senza ovviamente voltarmi indietro. 
Copyright testi(C) Federico Cinti 2018
Immagine: Photo by Plush Design Studio on Unsplash


 

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