si scioglie la vertigine dell’ora
crudele delle tenebre, sospesa
nella memoria, nel ricordo ancora
troppo recente della vita offesa
sino alla fine. E l’aria trascolora
a tratti spenta, subito riaccesa
dal sorriso del sole che riaffiora
simile a una carezza, alla speranza
di raggiungere presto il vero porto
dove gioire sempre d’esultanza
reale, piena, dove chi era morto
atrocemente nella noncuranza
di molti cuori regna ora risorto.
Casalecchio di Reno (Bologna), 31 marzo 2018
Avverto una sorta di attesa, d'aria sospesa tutt'intorno, come se qualche cosa di grandioso dovesse accadere da un momento all'altro. E in effetti è così, in questo Sabato Santo, in questo giorno che attende trepidante la Veglia di Pasqua, la resurrezione del Signore che abbiamo seguito nell'ultima cena, nell'orto degli ulivi, durante il processo, la condanna e la atroce crocifissione. Ma non finisce qui, checché ne dicano i razionalisti, secondo cui la materia disgregherà inerte chissà dove, chissà quando e per impulso di chi: questa sera celebriamo l'inizio di un'umanità nuova, che passa attraverso il crogiuolo del fuoco, la purificazione dell'acqua e la gioia del canto. Ecco, in questo sabato io sento questo, d'appartenere a qualche cosa di sublime, che non ci verrà mai tolto. E non si può che gioire di questo.
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