Non è inutile il viaggio in cui s’avanza
a poco a poco, sulla via tortuosa,
fino alla meta, all’ultima distanza
della montagna santa, senza posa,
tra le rinunce, ma nella speranza
che la fatica sia molto fruttuosa,
con in cuore la gioia, l’esultanza
di vivere ogni giorno per qualcosa
di vero e grande, perché Dio, il Signore
deve essere innalzato per la vita
di chi lo ha accolto in umiltà di cuore,
perché ogni cosa non sarà finita
nella croce tremenda, nel dolore,
ma nella luce eterna a cui c’invita.
Casalecchio di Reno (Bologna), 11 marzo 2018
In questa quarta domenica di Quaresima, nella domenica "Laetare", quella della gioia, della letizia, il salmo 122 (121) mi pare proprio il canto più adatto a esprimere la certezza che siamo cittadini di una patria comune, vera, reale, che non è di questo mondo: "Quale gioia, quando mi dissero: / «Andremo alla casa del Signore!». / Già sono fermi i nostri piedi / alle tue porte, Gerusalemme!" (vv. 1-2). Sì, è una certezza quella che il signore, come dice a Nicodemo, sarà innalzato, sarà glorificato, perché - come suole dire il mio amico don Francesco alle letture del martedì al Fossolo - nel quarto Vangelo Gesù non muore, ma emette il suo spirito, non è inchiodato alla croce, ma intronizzato nella gloria, non si accomiata dal discepolo che egli ama, ma dispone già la sua Chiesa, il suo corpo mistico. E allora la Gerusalemme in cui stiamo arrivando, con fatica, ma anche con soddisfazione, è quella patria in cui il Signore regna, perché il suo regno è già presente qui, in chi ha accolto il suo lieto annuncio. E mi piace molto, anche se nella mia parrocchia non si fa, che i paramenti di oggi non siano viola, ma rosacei, per indicare che anche nella prova, anche nella tribolazione, nelle rinunce, è già presente il germe di quello che siamo, uomini e donne vere, rinnovate nell'acqua e ne sangue che l'agnello ha fatto sgorgare dal proprio costato. Insomma, mille altre cose potrei aggiungere per manifestare la mia felicità, oggi, ma il tempo si è fatto breve e devo scappare alle prove del coro...
Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: Cristo e Nicodemo in un dipinto di Crijn Volmarijn, Wikipedia
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