di un mosaico dispersosi in frammenti,
di quell’unica immagine smarrita
alla vista dei più, volto usuale
di tempi irripetibili, momenti
di una felicità quasi irreale
in quest’ora senz’anima che piange
lungo il suo folle correre insensato,
e il cuore oltre le nuvole si frange
nel troppo di un confine interminato.
Casalecchio di Reno (Bologna), 2 maggio 2017
E sì, alle volte mi stupisco pure io di come la percezione sia composta di tante piccole tessere a livello sensoriale, e mi riferisco a suoni, odori, sapori, sensazioni tattili, che poi quasi per incantamento - uso un termine desueto, ma denso e ricco di significato - si ricompongono in una misteriosa unità. e tutto diventa chiaro, semplice, direi forse ovvio. Ecco, la stessa cosa potrei dire della poesia, che accende in me tanti piccoli stralci di vita, di momenti quasi insignificanti, almeno mentre li si vive, che poi rivelano la loro vera dimensione metafisica. Già, il mistero che tanto ci affanniamo a cercare nei massimi sistemi del mondo, alle volte, lo troviamo accanto a noi, a portata di mano, forse pure dentro di noi, senza che lo sappiamo o lo vogliamo sapere. Per questo non rinuncio a nulla di quel che faticosamente trovo sul mio cammino, alle volte impervio, tortuoso; per questo anche una parola può riaprire in me mondi arcani o dimenticati, ma che esistono ancora da qualche parte e sono raggiungibili. Del resto, noi viviamo come in uno specchio e dobbiamo avere la pazienza certosina di scrutare al di là della soglia e del limite per trovare l'autentico tesoro nascosto e rivelato insieme. Sembra il mare che, a un certo punto, spunta all'orizzonte e il cuore s'allarga all'infinito. Dante usa l'immagine del monte che s'innalza in un lago di luce, nel "Purgatorio", quando sorge il primo sole dopo il buio eterno dell'"Inferno". Ma quello è un altro mosaico, che prima o poi mi accingerò a raccontare.
Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: Mosaic, Andrew Beierle, https://www.freeimages.com/
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