venerdì 15 giugno 2018

Saluti alla mia 5 BU. Un ricordo

E poi piccolo piccolo diventa
il cuore nel voltarsi di sfuggita
a riguardare l’aula adesso spenta
di voci, di sorrisi, in cui la vita


ci è trascorsa impalpabile, contenta
di poco, di una briciola smarrita
nell’anima, caduta lenta lenta
chissà da dove, un filo tra le dita


che non si spezza, eppure s’assottiglia
pian piano tra le pieghe di un contorno
labile di una triste meraviglia


senza partenza, senza più ritorno,
finito il viaggio dopo miglia e miglia
insieme da quel nostro primo giorno.


Casalecchio di Reno (Bologna), 10 giugno 2017



Non mi pare vero: un anno, un anno tutto intero è già volato via. E dire che non sono uno troppo... no, qui la sto dicendo grossa: sono un tipo un po' malinconico, sì, e il cuore mi si fa piccolo piccolo a voltarmi indietro. Eppure ogni tanto, per forza (o per fortuna), lo faccio, soprattutto in periodi come questo, periodi in cui la scuola finisce e le aule restano vuote, le aule in cui si è vissuti per anni con ragazzi che sono diventati uomini e donne. Certo, non amo troppo la scuola della burocrazia, delle riunioni, dei colleghi; ma quella dei rapporti umani, dei riti e della crescita insieme sì, quella davvero è un dono prezioso che non si può descrivere. Eppure è già passato un anno da quando abbiamo fatto la cena di classe con la mia quinta dell'anno scorso. E non ho molto da dire, salvo che avrei tanta voglia di ritornare indietro per restare un po' con loro a parlare di letteratura, per andare al bar ore ore e ore o in gita. E qui la smetto, ché devo scappare, altrimenti l'emozione finirà per sopraffarmi.

Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: Photo by Nam Hoang on Unsplash

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