Nel
nome di Gesù che ti ha voluto
segno vivo di gioia e di speranza
per la Chiesa, Francesco, sei cresciuto
in piena povertà nell’abbondanza
segno vivo di gioia e di speranza
per la Chiesa, Francesco, sei cresciuto
in piena povertà nell’abbondanza
dell’amore
invincibile, assoluto
del Creatore che tutto sopravanza,
proprio come Gesù sei divenuto
sorgente d’acqua vivida, fragranza
del Creatore che tutto sopravanza,
proprio come Gesù sei divenuto
sorgente d’acqua vivida, fragranza
di
carità, serafico splendore
nell’annuncio sereno del Vangelo
a tutte le creature del Signore,
nell’annuncio sereno del Vangelo
a tutte le creature del Signore,
e
chi segue l’esempio del tuo zelo
sente fiorirsi una dolcezza in cuore,
ineffabile anticipo del cielo.
sente fiorirsi una dolcezza in cuore,
ineffabile anticipo del cielo.
Casalecchio di Reno
(Bologna), 4 ottobre 2018
Francesco
(1181-1226) di ogni cosa si è spogliato per poter ricevere interamente Gesù, si
è fatto povero per poter abbracciare compiutamente la ricchezza del Salvatore. Eppure
non era dissimile a tanti giovani della sua epoca, e forse anche della nostra
epoca, desiderosi di beni che non colmano l’anima, assetati di un’acqua che non
disseta, di un cibo che non sazia. La proposta del Vangelo gli è parsa l’unica
da percorrere per ottenere la letizia, quella vera, quella che mai verrà tolta.
E così ha cominciato la via della sua santificazione, divenendo un umile
strumento nelle mani del Signore. Chi lo incontrava aveva l’impressione di
essere di fronte a Gesù, perché Francesco si era svuotato di sé per riempirsi
di Dio. Quella sua vita semplice, ma vera, era a tal punto piaciuta che molti altri
seguirono il suo esempio e crearono una famiglia di fratelli e sorelle, i frati
minori, che vivevano realmente e quotidianamente la parola evangelica, che
amavano ogni creatura perché di Dio. Il Poverello d’Assisi predicò in tutta
Italia e addirittura si recò dal Sultano per convertirlo alla vera fede. Ma il
massimo dell’unione con Gesù lo ottenne alla Verna, quando ricevette le stimmate
sul suo corpo. Tutto il mondo era suo fratello e ogni creatura sua sorella. Nel
suo “Cantico delle creature” esprime la gioia, la bellezza, il desiderio di
essere tutto e tutti nel Creatore. E chi ancora accoglie la sua eredità oggi si
sente colmo di questa sua pienezza.
Copyright testi(C) Federico Cinti 2018
Immagine: S. Francesco d'Assisi che si venera nella Basilica di San Francesco (Bologna) - da raccolta privata
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