Voci mi si susseguono dintorno
sotto le ombre del portico, nel sole
per l’opaco pulviscolo del giorno,
vaghe memorie affiorano all’odore
cupo del muschio, fragili parole
d’un tempo irreparabile nel cuore,
dove tutto si perde, si confonde
su non si sa che inaspettate soglie,
alla riva d’un mare senza onde
tra il fragile cadere delle foglie.
Casalecchio di Reno (Bologna), 12 ottobre 2018
Due
passi, finché il tempo è ancora mite, lungo il portico della Porrettana, la via
che costeggia il monte ormai pronto al cambio di stagione, e si capisce come
dintorno tutto sia e non sia più, come ogni cosa muti in un rapido volgere di
tempo e di giorni, mentre molti s’abbandonano alle carezze del vento ignari o
dimentichi dell’ora che s’attarda nel pomeriggio languido. E voci si rincorrono
nel portico come musiche malinconiche, simili a un fiume che scorre lento,
sempre uguale a sé, memorie di giorni senza età, a parlare di cose già sapute,
a chiedere di quel che non si sa o non si vuole sapere. E il sole campeggia in
un cielo opaco, azzurro no, ma bianco, incolore, a velare di malinconia un
venerdì che non vuole finire. E io cerco qualche cosa da fare, senza trovare il
bandolo, o non volendolo trovare. E mi attardo pure io in questo clima di
sospensione, di vana ebrezza autunnale e non nego di trovarci anche una certa
soddisfazione. E un odore di muschio viene dal monte sotto cui sta casa mia, la
mia gente, la mia vita.
Copyright testi(C) Federico Cinti 2018
Immagine:Foglie appassite sul greto del fiume -Photo by Kererra Williams on Unsplash
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