venerdì 20 aprile 2018

Rientro a casa

Sospeso in una bolla di sapone
dentro un mare di bianco tutt’intorno
tra mille voci ignote di persone
ben al di là del solito contorno


del quotidiano, senza più ritorno
d’echi lontani, di carezze buone
come al risveglio, sul fare del giorno,
quando rinasce in cuore l’emozione


di ritrovarsi ancora, un’altra volta,
con indosso di nuovo la mattina
fresca che ti sussurra, che t’ascolta,


mi sentivo sospeso, e la collina,
quasi in un sogno languido sepolta,
poi Bologna in un attimo vicina.


Casalecchio di Reno (Bologna), 20 aprile 2018



Mi pare che sia trascorso più d'un secolo e invece sono solo otto giorni, otto lunghi giorni passati in una strana sospensione, dove il tempo non sembra scorrere più, eppure... eppure è scandito da riti e da orari propri. Non so, è stato come trovarsi catapultato in un'altra dimensione il primo giorno, il momento della confusione e della bufera. Già, perché la sensazione era quella di trovarmi in un mare in tempesta, sballottato di qua e di là, in balia degli eventi e delle decisioni altrui, dato che io mi sentivo pressoché impotente. E poi l'incoscienza, il deliquio. Mi trovavo immerso dentro un mare di bianco, come dentro una nuvola di sogno. Eppure il tempo trascorreva, in qualche modo, eppure i giorni andavano con esso, e io mi sentivo sempre meglio, e venivano a trovarmi gli amici, raccontandomi che fuori dalla finestra c'era una bella stagione calda, molto calda, perché la primavera era venuta tutta in una volta. E mi descrivevano che cosa si vedesse dalla finestra: «E quelle sono le due Torri, e poi c'è San Petronio con un'altra cupola, che non si capisce, forse la chiesa di San Francesco, e poi lo Stadio, il Dall'Ara, con la Torre di Maratona, e su tutto la mistica dolcezza di San Luca». E io correvo con la fantasia, correvo tra i palazzi e tra le chiese che conosco, conosco così bene. E la mamma era sempre lì, veniva tutti i giorni, e così mio fratello, e gli amici più cari. Oggi, che mi dimettevano, l'amico Marco mi ha riportato a casa e non mi è mai sembrato così bello rientrare a casa, non mi è mai parso così dolce ritrovare tutto come l'avevo lasciato, dopo essere stato in ospedale.

Copyright testi e foto (C) Federico Cinti 2018

2 commenti:

  1. Ah, Giuseppe, sì, ti ringrazio dell'augurio: sei molto caro! In effetti, sono rientrato anche dall'emergenza, ma è sempre un po' dura. Si fa quel che si può, diciamo di necessità virtù. A ogni modo, ci si vedrà presto nei nostri tanto amati corridoi! Grazie del pensiero...

    RispondiElimina