Ho
freddo. Ascolto musica. Le dita
mi
corrono gelate sopra i tasti.
Seguo
antichi pensieri d’altra vita,
sogni
rimasti
in
chissà che cassetto. Ho freddo. Vado
preso
da mille dubbi. Il buio incombe
nella
malinconia in cui spesso cado.
In me soccombe
In me soccombe
l’ansia
del giorno nell’attesa. Scrivo
qualche
cosa così. Non lo sopporto,
io
non sopporto questo freddo. Vivo,
sempre
più assorto
in
me stesso qui. Tutto trascolora,
buio
nel buio, nella fantasia
vana
del tempo, labile dell’ora
fuggita
via.
Casalecchio
di Reno (Bologna), 20 dicembre 2018
Quasi per caso mi sono ritrovato ad
ascoltare Corelli, Arcangelo Corelli. La mia fantasia ha cominciato a viaggiare
per non so che sentieri, mentre intorno il freddo mi ghiacciava le dita sulla
tastiera del computer su cui scrivo. E scrivo, quasi non sia io, scrivo tutto
quel che mi passa per la testa, così, in ordine sparso. E mi ritrovo a parlare
di me, sempre di me, il centro del mondo, del mio mondo, in questo freddo che
non sopporto, fermo così, come mille altre volte. E il buio incombente riapre
squarci nella fantasia, pensieri ormai dimenticati, ma riaffiorati da non si sa
dove e perché. Penso, ecco, quasi fosse questo il senso più vero del cogito ergo sum. Ma questo forse basta a non dimenticare nulla di ciò che sono stato.
Chissà se il resto conti per davvero, se in verità esista per davvero, al di
fuori dei miei pensieri dico. Eppure sì, esiste, altrimenti io stesso non sarei
quel che sono, creatura tra le creature. Esiste, perché esiste il principio
stesso della vita nell’ansia dell’ora che corre verso l’eternità. Già, il tempo
che non si ferma, ma non è infinito. Lo seguo, per quanto posso. E intanto la
musica è passata a Mozart, quasi impercettibilmente, e un senso di appagamento
avvolge ogni mio pensiero. E ringrazio il Signore della musica e dell’armonia
universale.
Copyright testi(C) Federico Cinti 2018
Immagine:Photo by Štefan Štefančík on Unsplash
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