giovedì 20 dicembre 2018

Prima di sera



Ho freddo. Ascolto musica. Le dita
mi corrono gelate sopra i tasti.
Seguo antichi pensieri d’altra vita,
sogni rimasti

in chissà che cassetto. Ho freddo. Vado
preso da mille dubbi. Il buio incombe
nella malinconia in cui spesso cado.
In me soccombe

l’ansia del giorno nell’attesa. Scrivo
qualche cosa così. Non lo sopporto,
io non sopporto questo freddo. Vivo,
sempre più assorto

in me stesso qui. Tutto trascolora,
buio nel buio, nella fantasia
vana del tempo, labile dell’ora
fuggita via.

Casalecchio di Reno (Bologna), 20 dicembre 2018
Quasi per caso mi sono ritrovato ad ascoltare Corelli, Arcangelo Corelli. La mia fantasia ha cominciato a viaggiare per non so che sentieri, mentre intorno il freddo mi ghiacciava le dita sulla tastiera del computer su cui scrivo. E scrivo, quasi non sia io, scrivo tutto quel che mi passa per la testa, così, in ordine sparso. E mi ritrovo a parlare di me, sempre di me, il centro del mondo, del mio mondo, in questo freddo che non sopporto, fermo così, come mille altre volte. E il buio incombente riapre squarci nella fantasia, pensieri ormai dimenticati, ma riaffiorati da non si sa dove e perché. Penso, ecco, quasi fosse questo il senso più vero del cogito ergo sum. Ma questo forse basta a non dimenticare nulla di ciò che sono stato. Chissà se il resto conti per davvero, se in verità esista per davvero, al di fuori dei miei pensieri dico. Eppure sì, esiste, altrimenti io stesso non sarei quel che sono, creatura tra le creature. Esiste, perché esiste il principio stesso della vita nell’ansia dell’ora che corre verso l’eternità. Già, il tempo che non si ferma, ma non è infinito. Lo seguo, per quanto posso. E intanto la musica è passata a Mozart, quasi impercettibilmente, e un senso di appagamento avvolge ogni mio pensiero. E ringrazio il Signore della musica e dell’armonia universale. 
Copyright testi(C) Federico Cinti 2018 
Immagine:Photo by Štefan Štefančík on Unsplash

 

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