E il cuore ebbe un sobbalzo sulla via
senza termine: tutto era finito,
tutto dintorno a sé, nell’agonia
del sole, nel perimetro fuggito
tra mille case di periferia,
per il sogno insondabile, svanito,
sul filo eterno della fantasia
in corsa ancora verso l’infinito,
e il cuore naufragò dolce nel mare,
trovata la sua meta, il suo destino,
senza più voglie, senza più sperare,
scoprì se stesso, dopo quel cammino,
dopo tanto percorrere, pensare,
e trovò rifiorito il suo giardino.
Casalecchio di Reno (Bologna), 21 luglio 2018
E nel giardino tutto è cominciato, nell'Eden dove tutto era perfetto. Ma solo l'uomo, vertice del creato, desiderava andare oltre, sognare di superare il limite e ha voluto cogliere il frutto di quel desiderio, desiderio di conoscere sempre di più e sempre più a fondo. E il giardino si è aperto alla voglia di possedere l'infinito, oltre ogni barriera, oltre ogni scoglio e limite. Ed è così che il cuore ha oltrepassato gli steccati, le recinzioni, le siepi di protezioni, i muretti roventi, i fiumi e i mari per giungere alla meta che si spostava sempre più in là.
Ma la sua vera meta il suo vero destino, il senso per cui era stato plasmato dalla mano del Creatore, era rimanere all'ombra delle sue ali. Il cammino dell'uomo e del suo cuore altro non tende se non a ritornare a quel giardino, a quell'orto concluso e rassicurante, senza ansia di folli voli o viaggi interminabili e interminati, un po' come suggerisce Leopardi, spintosi col pensiero nel mare dell'infinito.
Quel mare assomiglia in tutto a quel giardino, un mare in cui a nulla più pensare se non a sé e alla propria felicità, alla propria realizzazione di uomo, senza la vertigine di conquistare il mondo e non averne soddisfazione, come Alèxandros, l'Alessandro Magno di Pascoli.
Ecco allora che il viaggio, questo nostro viaggio, acquista un senso, perché altro non è se non il bisogno di ritrovare la via di casa, ritornare a quell'eden da cui siamo stati scalzati per eccesso di desiderio nella conoscenza. Come sempre, è venuta meno, è mancata la fiducia nell'altro ed è abbondata quella in sé. Ma giungerà il momento in cui tutto tornerà in equilibrio, in cui il nostro cuore tornerà come quello di un bimbo, di un nuovo Adamo e potrà ritrovare il giardino fiorito, come all'origine, come sempre.
Questo il senso che si è cercato di dare al "Giardino poetico", che questa sera si conclude, per proseguire e ricrearsi in nuove forme e nuovi spazi. Il seme è gettato, il ponte è stato costruito, il contatto esiste, anche nello spazio virtuale, nel blog che porta il mio nome, che è poi questo in cui scrivo, e sulla pagina Facebook "Il giardino poetico". Insomma, il nostro viaggio continua…
Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: Steve Knight, Giardino recintato, https://it.freeimages.com/
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